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Morto a 91 anni, nella sua casa di Cetona (Siena), Guido Ceronetti.

13/09/2018 19:50

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Morto a 91 anni, nella sua casa di Cetona (Siena), Guido Ceronetti.

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Morto a 91 anni, nella sua casa di Cetona (Siena), Guido Ceronetti. 

Nel mese di agosto il poeta e scrittore era stato colpito da una broncopolmonite ed era stato ricoverato in ospedale. Solo da pochi giorni era tornato a casa. Schivo nella vita e prolifico nelle opere, oggetto di polemiche più che di riconoscimenti, l’ultimo e più triste la concessione dei benefici della legge Bacchelli. Era questo e molto altro Ceronetti, nato a Torino il 24 agosto del 1927 e morto oggi nel borgo toscano dove si era trasferito da tempo, valutato evidentemente più in Svizzera che in Italia visto che si trova nell’Archivio Prezzolini della Biblioteca cantonale di Lugano il fondo a lui intitolato, di fatto l’unica fonte per conservare la sua memoria e studiare in modo compiuto le sue opere.  Sulla base dei suoi scritti e dei suoi atti Ceronetti è stato poeta, filosofo, scrittore, traduttore, giornalista e drammaturgo italiano, ma soprattutto è stato un umanista, un umanista disturbante nei sui contrappunti a ideologie e dogmi dominanti. Un’appartenenza culturale, quella dell’umanista, declinata anzitutto attraverso l’attività di traduttore dei classici latini ed ebraici e di altri poeti contemporanei, in particolare Kostantinos Kavafis.  Lunga la sua attività giornalistica, con la collaborazione a ’La Stampa’ iniziata nel 1972. Un’avventura senza uguali è stata quella del privatissimo Teatro dei Sensibili, avviata nel 1970 allestendo spettacoli di marionette nella sua casa di Albano, insieme alla moglie Erica Tedeschi, un’avventura e divenuta pubblica nel 1985. Fra i tanti meriti di Ceronetti quello di aver introdotto in Italia, nel 1981, lo scrittore Emil M. Cioran. Tra le tante polemiche quelle per un suo scritto giornalistico sul capitano delle SS Erich Priebke, condannato per la strage delle Fosse Ardeatine, giudicato assolutorio dell’ufficiale nazista. Ceronetti è noto soprattutto per gli inconsueti elzeviri (su "La Stampa" di Torino, e di recente sul "Corriere della Sera"), in cui rivendica i diritti della letteratura sulla cronaca e denuncia con estrema coerenza i segni di un progressivo imbarbarimento. In relazione a questo impegno di intransigente e colto moralista vanno intese le sue poesie (pubblicate in più volumi dal 1968 e poi riunite in "Compassioni e disperazioni. Tutte le poesie 1946-1986", Einaudi 1987), tra l’altro strettamente dipendenti da una attività di traduttore molto selettiva (Marziale, Catullo, Giovenale e, dalla Bibbia, Ecclesiaste, Cantico dei cantici, Giobbe, Isaia, Salmi).  
La stessa dimensione cupamente religiosa, propria dell’interprete di visioni e anatemi antico-testamentari, Ceronetti introduce nell’esercizio saggistico: "Difesa della luna" (Rusconi 1971); "La carta è stanca" (Adelphi 1976); "La Musa ulcerosa" (Rusconi 1978); "Un viaggio in Italia" (Einaudi 1983); "Albergo Italia" (Einaudi 1985); "L’occhiale malinconico" (Adelphi 1988); "Centoventuno pensieri del filosofo ignoto" (La Finestra editrice 2006). Stessa visione diffonde nelle raccolte di aforismi e di ricordi: "Il silenzio del corpo. Materiali per studio di medicina" (Adelphi 1979); "Pensieri del tè" (Adelphi 1987); "La pazienza dell’arrostito" (Adelphi 1990); "D. D. Deliri Disarmati" (Einaudi 1993); "La carta è stanca. Una scelta" (Adelphi 2000); "Piccolo inferno torinese" (Einaudi 2003). Tra le sue opere più recenti vanno citate: "Insetti senza frontiere" (Adelphi 2009); "In un amore felice. Romanzo in lingua italiana" (Adelphi 2011); la raccolta di versi "Sono fragile sparo poesia" (Einaudi 2012); il libro di pensieri e riflessioni "L’occhio del barbagianni" (Adelphi 2014); "Tragico tascabile" (Adelphi 2015); "Per le strade della vergine" (Adelphi 2016); "Messia" (Adelphi 2017); "Regie immaginarie" (Adelphi 2018).  Uomo di vasta erudizione e di sensibilità umanistica Ceronetti è stato anche acceso sostenitore del vegetarismo e di una pratica di vita estremamente marginale, quasi da moderno anacoreta - squarciata solo dalle apparizioni in giro per l’Italia con il suo teatro delle marionette - alcuni suoi articoli sull’immigrazione e il Meridione hanno suscitato scalpore e sono stati tacciati di razzismo da diversi intellettuali. Nei suoi saggi si è rivelato un critico impietoso della società di massa e dei più significativi fatti culturali. Ha fatto uso di vari pseudonimi, tra i quali Mehmet Gayuk, Il Filosofo ignoto, Ugone di Certois (quasi l’anagramma di Guido Ceronetti) e Geremia Cassandri.  

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