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Cinzia Pagliara - Will Shakespeare, la tua volontà - con il sonetto inedito Shall I die? - Haiku edizioni

17/01/2019 01:01

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Cinzia Pagliara - Will Shakespeare, la tua volontà - con il sonetto inedito Shall I die? - Haiku edizioni

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Cinzia Pagliara - Will Shakespeare, la tua volontà - con il sonetto inedito Shall I die? - Haiku edizioni

Le recensioni in LIBRIrtàA cura di Salvatore Massimo Fazio.

Chi si avventa alla copertina del libro di Cinzia Pagliara, viene certamente colto da due elementi che lo scuotono subito:- il cognome del drammaturgo più famoso della storia anglosassone, se non di caratura mondiale; -  l’aggettivo "inedito".
Tensione ed emozione. Subito. Prendono. Alla ricerca dell’inedito, mi barcameno nell’indice. Non c’è! Sfoglio velocemente il libro, trovo l’inedito, mi emoziono e scopro altro. Mi interrogo. Chi sono io? Uomo di cultura gastronomica e filosofica?Uomo emarginato o esaltato per conoscenze e refusi da dramma esistenziale di fronte alle circa 100 pagine del comodo libro che mi trovo tra le mani? Niente! Sono niente. Shall I die?Ardita e coraggiosa la Pagliara, decide di presentarne una traduzione, nonostante per troppi anni non si fu certi della paternità di questo sonetto. Non che ad oggi ancora tutto sia svelato, ma attraverso importanti studi, che vengono riportati in overture del libro, specialisti e studiosi nei recenti anni ’90, su tutti Gary Taylor, hanno dichiarato che il sonetto è di William Shakespeare e risalirebbe a fine ’500. 
Bellissimo, commovente ed emozionante. Il sonetto che è riportato in lingua originale e tradotto dalla medesima autrice, per i "devoti", rischia di proiettarti ad una paralisi culturale. Una sindrome di Stendhal che ti rilancia nel raggiungimento orgasmico della seduzione mentale e non carnale, di ciò che hai spesso vissuto, senza saperne molto. 
Il libro, non troppo spoilerato, anzi per nulla, perché ho dato con tremore alle mani per ansia ed emozione solo le mie impressione di lettore e di ricercatore ermeneutico del concetto di vero e di verità, è sorprendente sin dalla presentazione, dove emerge il suo chiaro connotato monologizzato.
In un intreccio di timidezza, di sospensione del giudizio e di certezza frattanto che gli anni trascorrono, la giovane protagonista racconta e incrocia il suo procedere al pari di ciò che fu tutta la produzione di Will. Ma chi è che si osa di chiamare Will, il maestro Shakespeare? Beh!... nessuno scrupolo quando a farlo è Cinzia Pagliara.
Magister indiscussa di una bellezza e oculatezza del linguaggio, dai suoi primi istanti di litigio con il cuscino, all’adornare la porta di pizzini (un termine divenuto noto per merito di una cloaca di persone che proteggeva un mafioso, pertanto un termine plurale che mi faceva vomitare, sino a un attimo prima di finire di leggere il libro), al superare gli anni dell’infanzia e quelli dell’adolescenza, Cinzia Pagliara dichiara aperto il suo amore totale per W. S., tanto da dialogare con se stessa, che prende le sembianze non di Romeo, ma dell’ardita, quanto lei, Giulietta, nel momento in cui il suo Romeo giunge. 
Cosa farà il suo Romeo, dopo anni di raccolta di diari dove cuori e cuoricini vennero disegnati ma mimetizzati per evitare di apparire banale in età non ancora di chiara e netta presa di consapevolezza della durezza della vita? Non spetta qui a me comunicarvelo. Certo che posso continuare però nel raccontarvi, come si sceglie alla maniera del nostro blog, di non adeguarsi a standard di blogger classici e noiosi, nonostante si affronta un libro di livello altissimo. 
Su tutto, su-per-la-ti-vo(glio) al mio fianco a capire sin da sempre ed essere curiosa, cercare, leggere e indagare, fino a dichiarare "se fossi parola mi chiamerei parola", passando per quel numero che nella tradizione italiana sta a definire la gran botta di fortuna, il culo, che una persona vive: (pag.) 23: il culo! Leggete un po’ che fortuna e che culo ebbe l’autrice. 
La sua vita è costellata di parole e traumi e i primi traumi sono a tratti anche divertenti (pensate al miele che per antonomasia è il dolce più dolce che esista). Traumi che poi ti sprofondano nella riflessione alla quale ci induce l’autrice, traumi che diventano dolorosi, che diventano fatti nostri, non pettegolezzi, ma fatti Alla maniera di argomentazioni nostre. 
Sapere che qualcuno ambisce a noi... per scommessa! La parola si fa carne, il corpo è parola. La battaglia di chi soffre e di chi ha sofferto di chi ha non ricevuto ma subito, che poi trasforma con la propria volontà questo subire in accoglienza della coscienza. La volontà, unica nel genere shakespeariano, inteso e vissuto e che vive ancora l’autrice, nel sacro, perché lo è due volte, nome di Will.
Onore a te Cinzia! E grazie per questa goccia di platino intrisa di storico-socio-psicologico.
Titolo: Will Shkespeare, la tua volontà - con il sonetto inedito Shall I die?Autrice: Cinzia PagliaraEditore: HaikuPagg.: 89Prezzo: € 10,80Voto: 9