A cura di Letizia Cuzzola
Leggere un libro in anteprima è sempre un’emozione, anche per me che per professione sono un editor e che, quale ostetrica letteraria, dovrei essere abituata. “Rosso candido” (Bonfirraro, 2021) di Pietro Esposto arriva in un caldissimo pomeriggio di luglio ed è consolatorio leggere che tutto ha inizio ad «Acquamara, un paese di mezza montagna capace di essere discretamente freddo, con frequenti occasioni di inverno di stampo continentale» in una gelida mattina del due febbraio del 1978, quando Concettina, moglie del sacrestano Carmelo, trova, attaccata alla coscia della statua di San Nicasio, una pagina strappata da una rivista pornografica. Apriti cielo! Che la cosa non sia solo una ‘babbìata’ è evidente quando viene ritrovata appesa alla campana della chiesa rivale una bambola gonfiabile… il maresciallo Ninni Petralia, titubante all’inizio dovrà ricredersi quando sarà lui stesso a rinvenire, pendenti da un lampadario nella chiesa di san Nicola, un paio di manette peluchose.
Esposto ci presenta Acquamara come un tradizionale paesino dell’entroterra siculo, con le sue peculiarità e pettegolezzi, in cui i parrini e la Benemerita diventano i pilastri contro cui andare a sbatter la testa qualunque cosa insolita accada. Certo, i sacrestani interpretano i segni quale evidente opera del demonio che si è divertito a fuorviare la mente di qualche compaesano o più, a indurli a commettere reato di associazione a delinquere di stampo erotico, potremmo dire. Ma il maresciallo Petralia, fra il serio e il faceto, qualcosina in più ci vede. Lui, uomo di legge e lettore preparato che «si divertiva assai nel risolvere i casi prima di tutti quei commissari o investigatori che abitualmente travagliavano in quelle pagine. Pensava che in fondo i carabinieri fossero tanticchia maltrattati dai romanzieri: poliziotti e investigatori a tinchité, di marescialli poco e niente».
Non è dato sapere se il maresciallo Petralia diventerà un nuovo compagno di letture o serate davanti la Tv ma ci spero. Esposto ha reso i personaggi vividi, come la descrizione dei luoghi in cui è facile ritrovarsi fra le pagine come se si stesse assistendo al libro e non leggendo. Ironico ma terribilmente realista, apparentemente leggero e divertente ma pregno di attualità seppur ambientato al termine degli anni Settanta, è un libro che non può mancare nelle librerie di casa di ogni buon lettore e di ogni buon siciliano che ne sappia apprezzare le sfumature del linguaggio.
L’autore
Palermitano di Caccamo del '76, Laureato in Comunicazione d’impresa e istituzionale, lavora come consulente di comunicazione pubblica e promozione turistica. Lettore di Sciascia, innamorato di Camilleri, nel 2017 pubblica il suo primo romanzo Acquamara. Dal 2020 ricopre la carica di Assessore per la “Promozione della cultura e dell’identità locale” della sua città.
Il libro
Titolo: Rosso candido
Editore: Bonfirraro
Pagine: 180
Prezzo: 16,90
Voto: Effervescent