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SU “TUTTE LE NOTE” DI ALESSANDRA GASPARINI

04/03/2022 00:01

Admin

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SU “TUTTE LE NOTE” DI ALESSANDRA GASPARINI

A cura di Paolo Pera

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Alessandra Gasparini

 

Tutte le note

 

La Centrale Edizioni

 

L'angolo della poesia


A cura di Paolo Pera

 

Il librino Tutte le note (La Centrale Edizioni, 2020) di Alessandra Gasparini altro non è che un taccuino di appunti sul quotidiano, riflessioni su vari fatti che incorsero tra il 2019 e il 2020 e – oserei dire – un ricettario («Mescola il dolce con il salato / Unisci il semplice al complicato / / Sottrai al buio / nero profondo / tutte le nuvole e luci del mondo / Come le scie / che sto vedendo / mentre attraverso un cielo profondo / / Separa il falso / Aggiungi il vero / Togli sapore a ciò a cui non credo / / Mescola forte / Non ti stancare / Raccogli tutte le impronte di sale / Mescola il rosso / Unisci l’ocra / Senti se il sotto ha il sapore / del sopra»), una raccolta di ricette per il buon umore, per cogliere il bello dalla vita, per vivere con più leggerezza dopo i canonici “quindici minuti di sconforto quotidiano”. L’autrice, con una delicatezza assoluta e tutta femminile, esalta la sua famiglia, quindi le sue donne di casa e suo marito, Parigi – quasi una città d’elezione –, ma pure le piccole cose che si possono scorgere passeggiando: una nuvola, la purezza di una bambina che gioca, qualche pensiero fuggitivo. Tutti questi avvenimenti ispirano non solo i versi della poetessa ma pure alcuni disegni che essa compone direttamente al telefono, esattamente come le note (ossia le poesie, che poi sono reportage esistenziali). L’uso della rima porta talvolta il canto della Nostra a toni di spensierata allegrezza, ma la Gasparini pare altresì una donna che di giorno in giorno sceglie il sorriso alla cupezza, una madre che vuole esemplarmente insegnare a resistere alle intemperie che i tempi – sempre più funesti – conducono contro gli uomini. Il ludo è quindi l’elemento più godibile del librino e, a questo proposito, mi piace ricordare Un pesce alla mia porta, dove la poetessa si diverte a interpretare i pensieri di un pescetto:«[…] Il pesce le segue / Spera di passare una serata divertente / con due simpatiche ragazze / Anche belle / Non pensa che qualcuno / potrebbe pensare di cibarsi di lui / Non è un essere ansioso». In qualche modo i pensieri del pesce mi inducono a ricordare la spensieratezza da “fine della storia” (non per forza da intendersi nei termini di Fukuyama) che aveva preso le coscienze di noi occidentali, smorzandoci ogni spinta al “di più” entro l’opulenza capitalistica, ebbene noi – esseri non ansiosi, almeno su questo fronte – mai ci saremmo aspettati che qualcuno volesse cibarsi di noi, e invece…

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