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Gli spartiacque della nostra Storia ne "La quota d'ombra" di Mario Massimo

16/03/2023 00:33

Admin

Recensioni, home,

Gli spartiacque della nostra Storia ne "La quota d'ombra" di Mario Massimo

A cura di Salvatore Massimo Fazio

Prologo alla considerazione

Apoteosi del romanzo storico, che ad oggi conferma sempre più che sono soltanto le piccole e medie case editrici indipendenti a prendesi carico di certe straordinarie opere che meriterebbero ampio spazio tra premi e vetrine di librerie piuttosto che il solito tran tran antifascista o anti partigiano che permette di far litigare nelle reti private e pubbliche (si fa per dire, dato il pizzo che paghiamo per sorbirci la pubblicità in Rai) quattro imbecilli che a loro volta recitano il ruolo da intellettuali.


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Mario Massimo

 

La quota d'ombra

 

Ensemble

 

Le recensioni in LIBRIrtà


A cura di Salvatore Massimo Fazio    

 

    “La quota d'ombra” (Ensemble, pp. 194, € 16,00) di Mario Massimo è uno di quegl'ottimi libri che ripercorrono vissuti storici e fasi che hanno trasformato l'andamento, per dirla in termini semplici, della società e della Storia del nostro Paese e che ha lasciato un imprintig su scala planetaria, ma nella bellezza e nella per nulla scontata narrazione da sceneggiata, l'autore riesce a portare in auge anche un intreccio sentimentale (parallelo a qui matrimoni combinati tra aristocratici delle famose Repubbliche e Ducati vari che nel 1861 spariranno a favoe dell'Unità d'Italia), che anche in questo caso non lascia traccia di allineamenti col resto di altra letteratura (piuttosto ALTA! E ce n'è poca e “La quota d'ombra” vi rientra sicuramente), tra due personaggi che daranno luce e interpretazione alla quota d'ombra di uno dei due che coinvolgerà non soltanto l'altro. Ma cosa è questa condizione che porta anche il titolo del romanzo? Certo non vi racconteremo né sveleremo, ma alcuni aspetti di contorno e alcuni flashback di triplo ritorno, vista anche l'epoca storica, ve li consegniamo. Una descrizione minuziosa delle città e dei luoghi, la paesaggistica pittorica riportata in parole: è molto dettagliato il supporto che Massimo fa anche dei ciottoli delle strade, tanto da far vivere l'esperienza dei rumori che un passo può emettere mentre corre, passeggia o si sofferma. Altra descrizione che ci ha molto convinto è la bellezza e la schiettezza nel raccontare come bella può essere una città, Foggia, dove vive Irma, che però tra attualità del tempo e prossima evoluzione, tentenna a mantenere il suo stato di grazia. Bellezza della lingua: il romanzo si dimena anche in uno stile che introduce fonemi e termini meticci e dialettiali che fanno riferimento ai tempi, ai luoghi e anche ad altre opere (sapete cos'è ad esempio il Bibelots? Nessun problema, l'autore lo spiega), ma l'onestà intellettuale di chi lo ha scritto e di chi lo ha pubblicato ne fa riferimento con alcune note, senza far perdere il genere narrativo. Altro aspetto è la poetica e la musicalità che in più parti della storia narrata viene esposta: 

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“Nella notte, una sortita di russi e gente di Ruffo riuscì a penetrare nel Castello del Carmine: all’alba tutti i centocinquanta difensori vennero passati a fil di spada; al mattino del 14 perciò ai repubblicani restavano il forte di Pizzofalcone, il Castel dell’Ovo e il Castel Nuovo, su una delle cui spianate, il giorno prima, nelle stesse ore in cui alla Maddalena infuria- vano gli scontri, erano stati portati avanti al plotone d’esecuzione Gennaro e Gerardo Backer, i fratelli La Rossa e un quinto condannato, tutti per complotto contro la Repubblica e in favore del tiranno, che era modo corrente d’indicare il re fuggitivo a Palermo. Nei tre giorni successivi, e fino al 21, trattative vennero intavolate fra Ruffo e il Méjan chiuso entro Sant’Elmo, a cui aveva vietato l’accesso anche a un drappello di napoletani, costretti così a riparare nella Certosa di San Martino ormai vuota – ne aveva scritto Eleonora de Fonseca, che adesso era fra loro –, e di là resistettero, con caparbietà neanche eroica, solo disumana, alle cannonate delle navi inglesi dal mare e degli uomini di Ruffo dai forti sempre più in mano a loro; mentre il Foote, comandante del Sea Horse che aveva porta- to, dopo il cannoneggiamento, alcune sacche di repubblicani alla resa patteggiando su incolumità personale e onore delle armi, cercava a sua volta di estendere queste condizioni an- che agli altri resistenti di Napoli, e farla finita.” (pag. 127)

 

Non è sicuramente un romanzo di quelli preparati a tavolino e nonostante riesce ad essere scorrevole c'è molta ricerca su fatti e personaggi che determinato i vari cambi politici della nostra storia. Un lavoro arguto e ardito reso morbido ed eccellente dalla meta narrazione sentimentale, passando per luoghi che intingono l'idea di vivere dentro al romanzo.

    A noi, è risaputo, piacciono da sempre più questi temi e questi autori che il coraggio ce l'hanno, oltre che a superare l'esame di una perfetta scrittura da romanzo e fiction, nonostante l'input è ripreso da fatti reali.


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L'autore

Foggiano del '47. Docente in pensione con una notevole carrriera nelle discipline umanistiche. "La morte data", del 2009 (Manni), "Scavi dentro il tempo" del 2015 (Empirìa) e la traduzione e cura di "Pietre – 55 Epigrammi Funerari Greci" (Ensemble) sono alcune delle sue opere.

 

 

Il libro

Titolo: La quota d'ombra

Edizioni: Ensemble

Pagg.: 194

Prezzo: € 16,00

Voto/Valutazione: meritorio