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Claudio Cordova – Gotha. Il legame indicibile tra ‘ndrangheta, massoneria e servizi deviati - ParperFirst

16/01/2020 01:01

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Claudio Cordova – Gotha. Il legame indicibile tra ‘ndrangheta, massoneria e servizi deviati - ParperFirst

Claudio Cordova  Gotha. Il legame indicibile tra ’ndrangheta, massoneria e servizi deviati ParperFirst Le recensioni in LIBRIrtàA cura di Letizia Cuzz

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Claudio Cordova  

Gotha. Il legame indicibile tra ’ndrangheta, massoneria e servizi deviati 

ParperFirst

 

Le recensioni in LIBRIrtà

A cura di Letizia Cuzzola

 


"Gotha." (PaperFIRST, 2019) di Claudio Cordova è un vero e proprio manuale che ripercorre la storia della ’ndrangheta, la meno narrata ma la più potente fra le mafie, dimostrando che le poche parole scritte su di essa non hanno fatto altro che aumentarne un potere ormai illimitato. 
"Gotha" si apre con la prefazione di Federico Cafiero De Raho, attuale Procuratore nazionale antimafia, che per circa quattro anni ha vissuto la realtà reggina in veste di Procuratore della Repubblica, che già introduce ai legami, ai poteri soggiogati dal fascino di una mafia nata fra i boschi impervi della Calabria ma che ha saputo diventare la padrona globale del narcotraffico.
Cordova, atti giudiziari alla mano, inizia il suo excursus con quello che, in qualche modo, è il momento decisivo della trasformazione della ’ndrangheta da mafia agropastorale ad attuale holding finanziaria: è domenica, 26 ottobre 1969 e nei pressi di Montalto, cuore dell’Aspromonte, circa 150 affiliati si riuniscono nell’ormai noto Summit, durante il quale si disegnerà il nuovo assetto della società dandole unitarietà attraverso una struttura piramidale: un capo e i suoi tentacoli che, negli anni, riusciranno a incastrare, scardinare e fagocitare ogni livello della società civile.
La ’ndrangheta è un magma duttile, capace di mutare forma per evolversi e resistere come dimostrato dalle numerose inchieste che l’hanno vista protagonista e che le hanno dato le più svariate interpretazioni senza raggiungerne una univoca e questa sua mutevolezza d’animo, chiamiamola così, l’ha portata ad allargare il raggio d’azione fino al territoriale confine di chisciottesca memoria: "Nessun limite eccetto il cielo" (e anche su questo qualche dubbio è lecito averlo).
È un’estate calda quella del 1970 a Reggio Calabria: la Rivolta per il capoluogo sottratto a favore di Catanzaro, i carri armati e quel sentimento che parte apparentemente dalla pancia e scalda le teste dei cortei; un terreno facile su cui testare il nuovo assetto e tessere le prime alleanze con la politica: nomi, volti, eventi che nella storia reggina entreranno in quel luglio 1970 e che saranno ancora protagonisti delle cronache giudiziarie per il mezzo secolo successivo.
Sono, dunque, gli anni Settanta a segnare la svolta con la nascita della "Santa": «una sorta di sovrastruttura all’organizzazione tradizionale costituente anello di collegamento tra la ’ndrangheta e la massoneria». Il puzzle inizia a comporsi nelle sue parti fondamentali, consentendo l’introduzione di un nuovo modus operandi atto ad accrescere il potere della ’ndrangheta ben oltre quanto sia possibile immaginare.
Saranno anni difficili quelli a venire: il Pacchetto Colombo, provvedimento (specchietto per le allodole) del Governo di allora atto a riportare la calma dopo la Rivolta, porterà con sé grandi appalti per grandi cattedrali nel deserto che ancora si stagliano sul territorio calabrese a monito di ciò che avrebbe potuto e dovuto essere se fossimo in un Paese normale e demafizzato: «Opere che non verranno, di fatto, mai realizzate. O che, comunque, non porteranno alcun effettivo beneficio al territorio. Ma alle cosche sì. Grazie a quelle "truffe" governative, la ’ndrangheta si arricchisce e fa il salto di qualità». È anche vero che le grandi opere diverranno il casus belli per dare il via a un nuovo periodo di lotta interna fra le fila dell’organizzazione criminale. Il legame con la massoneria e oltre, però, è ormai consolidato in un rapporto osmotico: particelle hanno invaso il corpo Stato e iniziato a produrre metastasi sempre con più perizia, irrompendo nella Storia, non solo giudiziaria, dell’Italia nel ventennio fra gli anni Settanta e Novanta, dall’assassinio di Moro alle stragi di Bologna e Piazza Fontana.
Sono decenni di strategie, terrore e sangue: il numero di morti tra il 1985 e il 1991 oscilla fra le sei centinaia e il migliaio. Sangue per lavare altro sangue. La seconda guerra di ’ndrangheta sembra non aver nulla da invidiare per cifre ai conflitti che proliferano per ben altri motivi e, incredibilmente, solo l’intervento degli omologhi siciliani e il favore a questi dell’assassinio del Sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione, Nino Scopelliti, nell’estate del 1991, segneranno la fine delle ostilità. Nuovi assetti, nuovi affari da gestire e nuove regole: «Emerge la consapevolezza che per sopravvivere è necessario ottenere un consenso diffuso anche tra chi subisce le peggiori conseguenze: non più guerre e morti inutili, non più tensioni tra capicosca, ma regole ferree, valide per tutti, da applicare sotto il controllo di una gerarchia ben definita in cui i soggetti di vertice si raccordano tra loro per amministrare una macchina complessa e insidiosa». Una macchina capace di cambiare completamente da una parte il volto di una città, Reggio Calabria, plasmarla con i propri uomini e interessi; un parco giochi di cui ancora, nonostante le numerose inchieste, paghiamo il conto ai vecchi gestori e dall’altra le sorti dei traffici internazionali espandendosi a macchia d’olio, asfissiante come smog.
«Agire, per quanto possibile, nell’ombra, non esporsi eccessivamente, ordire trame oscure e ignote ai più, navigare e infiltrarsi nelle istituzioni e nei contesti massonici: questa, da sempre, la linea di condotta della ’ndrangheta. Linea di condotta che, negli anni, ha ripagato, perché l’ha trasformata nella prima mafia nazionale».
Cinquant’anni di storia, di carte su carte, sangue su sangue e ombre che giocano a nascondino con la verità. In "Gotha. Il legame indicibile tra ’ndrangheta, massoneria e servizi deviati" troviamo tutto, nero su bianco e con la dovizia di particolari di una narrazione resa scientifica dall’uso puntuale degli atti giudiziari che hanno tentato di spezzare quei tentacoli di cui dicevamo all’inizio. Ma un antidoto al veleno ’ndrangheta ancora non c’è. Se non parlarne e lottare.
Giovedì 23 gennaio alle ore 19:30 alla presenza di Laura Distefano Claudio Fava, presso la Legatoria Prampolini di Catania, Via Vittorio Emanuele II, 333, sarà presentato il volume "Gotha". 


Titolo: Gotha. Il legame indicibile tra ’ndrangheta, massoneria e servizi deviati

Autore: Claudio Cordova

Editore: PaperFIRST

Pagg.: 378

Prezzo: €16,00

Voto: 8