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Raccontate...VI! - L'angolo socio-psico-pedagogico di Giusi Lo Bianco

25/01/2020 01:01

Admin

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Raccontate...VI! - L'angolo socio-psico-pedagogico di Giusi Lo Bianco

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Raccontate...VI!  


L’angolo socio-psico-pedagogico di Giusi Lo Bianco

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Quando lessi per la prima volta "Novecento", uno dei capolavori letterari di Baricco, rimasi molto colpita da queste parole: "Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla".
Ognuno di noi è protagonista della propria particolare storia e nel raccontarla si attiva un processo di riscoperta che permette nuove vie per esprimere la propria identità e la propria soggettività.
La vita è storia, la scienza è storia, noi siamo storia. Narrare il nostro vissuto ci mette in contatto con la parte più intima di noi stessi e ci permette di instaurare un legame indissolubile col mondo esterno.
Tra i primi ad attribuire un valore terapeutico alla narrazione fu Jerome Bruner, psicologo statunitense, che ha apportato un grande contributo allo sviluppo della psicologia culturale e della psicologia cognitiva nel campo della psicologia dell’educazione.Lo studioso riconosce alla narrazione un ruolo e un’importanza fondamentali, sia a livello individuale sia culturale. Egli ipotizza l’esistenza di un pensiero narrativo cioè di una predisposizione dell’individuo ad organizzare l’esperienza in forma narrativa.
L’essere umano ha bisogno di dare forma e senso alla realtà e al proprio agire, di comunicare agli altri i significati colti nell’esperienza, di mettere in relazione passato, presente e futuro. La narrazione, secondo lo psicologo, favorisce la costruzione dell’identità; il sè, difatti, prende forma e si struttura attraverso il raccontarsi agli altri, mediante un processo di negoziazione di significati. Narrando la propria storia il soggetto attribuisce al proprio mondo e alla propria cultura un significato. Bruner parla di un "sè narratore"che ha lo scopo di raggiungere la "verità narrativa", una verità storica che comprende non solo ciò che siamo stati, ma anche le anticipazioni di ciò che saremo.Presso la Facoltà di Medicina della Columbia University, è persino nato il "Movimento di Medicina Narrativa" fondato dalla dottoressa Rita Caron che cura il paziente mediante un processo di ascolto che si basa su una tecnica di conversazione molto raffinata che conduce il medico a capire, attraverso l’ascolto delle proprie emozioni e di quelle del paziente, diagnosi e relative azioni terapeutiche mediante "una storia" come atto interpretativo.
D’altra parte la radice etimologica di "narrazione" è "gnarus" che significa "competente", "informato". La prima forma di competenza è "sapere agire". Il contrario di narrare, quindi, non potrebbe altro che essere "ignorare". Raccontate...Vi!