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Isidoro Malvarosa – Super Sapiens - Amazon

21/05/2020 00:01

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Isidoro Malvarosa – Super Sapiens - Amazon

Isidoro Malvarosa - Super Sapiens - Amazon - Le recensioni in LIBRIrtà - Letizia Cuzzola

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Isidoro Malvarosa

 

 

Super Sapiens

 

 

Amazon

 

 

Le recensioni in LIBRIrtà

A cura di Letizia Cuzzola

 

«Mi sentivo disorientato come un girasole al crepuscolo, quando il sole va via», ecco, io mi sento così davanti a ogni nuovo libro di Isidoro Malvarosa e uso già come incipit una citazione della sua ultima fatica, “Super Sapiens” (Amazon, 2020), perché non posso fare altrimenti: o ci si immerge a capofitto e con una tazza di camomilla corretta a leggerlo (lui, lui, l’autore) o non se ne viene più a capo. 

Per capirci meglio vi porto in una delle prime pagine: «E se a quarant’anni sarò ancora un progetto in scadenza? Forse allora sarebbe stato meglio vivere nel frattempo. Non curarsi del domani, eccetera eccetera». Isidoro è quell’eccetera: potrebbe essere qualunque cosa ma senza un piano esatto; è un testo con un sottotesto del sottotesto che obbliga ad attivare pure i neuroni che avevate mandato in pensione. 

Il libro si sarebbe potuto già concludere con l’indice: basta quello per delineare il quadro di una scrittura che più che un flusso di coscienza è la centrifuga di una lavatrice. E siccome io davanti alla lavatrice mi ci piazzo quando ho bisogno di schiarire le idee, il libro l’ho letto tutto.

Non vi spaventate se sembrerò saltare di palo in frasca ma a volte è necessario. A un certo punto vi imbatterete in un capitolo che si intitola: “Devo fare un capitolo per descrivere gli alieni che hanno conquistato il mondo” e ve lo andate a leggere, diremo solo che i Super Sapiens rappresentano una normale evoluzione dell’essere umano, che arrivano sulla Terra in maniera non proprio pacifica ma che trovano nel protagonista, François, il Consigliere Capo per lo studio dello stile di vita terrestre dell’Europa peninsulare. Non avrete altre informazioni accessorie da me: non mi piacciono le cornici così come le bomboniere che accumulano polvere, ma dovevo scriverlo, darvi una parvenza che quello di cui sto scrivendo sia un libro come gli altri e non alieno. Però gli alieni ci sono. Però forse è più alieno François che si trova a realizzare il sogno proibito di ognuno: essere un uomo comune e al potere. Sì, forse devo aggiungervi anche che il nostro ha fatto carriera perché, durante l’invasione «è stata l’assenza di un ultimo desiderio a salvarlo, a salvarlo e premiarlo». E qui tutti giù a pensare: che culo. Fermi, riflettete su questa cosa dell’ultimo desiderio che non c’è perché a me ha dato l’idea delle piante in serra e anche François a un certo punto dice che la sua forse è una reazione allergica alla vita. Insomma la vita è uno starnuto e passa anche da indolenti, anche se ci si ripete «che tempo ne abbiamo».

Torniamo al girasole all’inizio ché ora vi provo a illustrare cosa mi ha disorientato: a me la fantascienza schifa ma più andavo avanti con la lettura più i Su-Sa me li sentivo seduti accanto. Mi spiego meglio: avete presente quando sta per succedere qualcosa e tutti lo sanno ma voi no e c’è sempre qualcuno che vi spinge perché non vede l’ora che scopriate cosa sta per succedere? Sì, è un concetto da centrifuga di lavatrice pure questo ma non so altrimenti come far capire che qui gli alieni hanno più la funzione di sentinelle, di supporto al protagonista. Non li immaginate con tre teste e otto mani e sputacchiosi, lo abbiamo detto pocanzi che sono un’evoluzione dell’uomo, e fungono da spunto di riflessione. A un certo punto ho provato a chiedermi dove Malvarosa volesse andare a parare e ho appuntato grande grande sul foglio: provare a vivere con se stessi. Che sembra una minchiata ma non lo è, anzi, forse, è uno degli sforzi più grandi che si possa fare: «Sostanzialmente quello che facciamo è accessoriarci la vita: un cane da portare a pisciare, una macchina da lavare, delle sigarette da rollare, delle donne da piantare, delle malattie da curare. Delle cose da fare. Ce la contorniamo ben bene, per non farci mancare paranoie, problemi e pannolini».

 

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Lo sentite anche voi Battiato di sottofondo con L’era del cinghiale bianco (si metta agli atti che lo avevo scritto da principio che saremmo passati da una riflessione all’altra con un certo disordine)? Io sì, mentre stiamo attraversando l’Era dell’Acquario con tutte le sue metamorfosi e Malvarosa è nell’Era del Su-Sa bianco: insomma forse cambiamo anche noi mentre leggiamo Super Sapiens e seguiamo François in questa sua evoluzione rivoluzione che lo porterà a desiderare qualcosa, a pensare che «domani non lavoro e oggi l’ho deciso: voglio morire innamorato. L’ho appena capito». Cuoricini a profusione che stanno bene su tutto, sfilano come il nero. Ah scusate, sono miei i cuoricini, ché mica ve lo anticipo cosa succede al Consigliere Capo eccetera eccetera. 

Sono 200 pagine di pura follia ma in cui tutti troveremo qualcosa di noi, che sia il rapporto col semaforo o con l’ascensore o con la dipendenza dalla nicotina o la stessa dissidenza per la vita di François. Ci troveremo tutti senza poterne fare più a meno di «guardare il mare con gli occhi di chi non sa nuotare».

 

 

Titolo: Super Sapiens

Autore: Isidoro Malvarosa

Editore: Amazon

Pagg: 200

Prezzo: 9,80

Voto: Supercalifragilistichespiralidoso