All rights reserved

Letto, riletto, recensito!

faziomassimomonade@yahoo.it
letto-riletto-recensito-manchette
image-832

facebook
twitter
gplus
youtube
instagram

Seguici nei nostri social

Mauro Tuzzolino e il libro libro sul Covid_19 che non narra il lockdown ma la percezione d'uscita

07/09/2020 17:42

Admin

home, news, Arkadia Editore, Covid_19, Mauro Tuzzolino,

Mauro Tuzzolino e il libro libro sul Covid_19 che non narra il lockdown ma la percezione d'uscita

Mauro Tuzzolino e il libro libro sul Covid_19 che non narra il lockdown ma la percezione d'uscita - News

schermata2020-09-07alle16-1599489064.png

Mauro Tuzzolino affronta in uno studio e-book, di ottima comprensione, cosa e come stanno vivendo i giovani l'uscita dal Lockdown.

 

Edito da Arkadia Editore,

I giovani e la crisi del Covid_19 

lo annunciamo come libro che non narra solo la 'chiusura in tempi di chiusura': ma adesso che le 'gabbie' sono aperte che percezione si ha?


I giovani e la crisi del Covid-19 (clicca sul titolo per acquistarlo) è uno studio che nasce dalla raccolta di dati alla quale hanno prestato il proprio contribuito 567 giovani. L’inchiesta che si è svolta dal 18 al 5 maggio, nel pieno dell’“implementazione” del piano pandemico, ha aperto dei dibattiti spingendo molti a sistematizzare e a codificare i propri pensieri in chiave sociale e individuale. Dall’analisi di tali dati è emerso che la comunità nazionale ha resistito, nonostante le difficoltà, a questa complessa fase dell’esistenza e, inoltre, dalla ricerca effettuata si evince una grande capacità di adattamento della comunità educante che ha dimostrato di reagire a unavvenimento traumatico come la pandemia ricorrendo alla didattica a distanza. In questo periodo di Covid-19 si palesa tutto il disorientamento dei giovani che hanno visto un’ulteriore espropriazione del proprio futuro, specialmente le giovani donne e i giovani del sud, in particolare quelli che vivono in un ambiente urbano. Mutano le relazioni umane, i rapporti con l’ambiente. Si percepisce un processo di colpevolizzazione dell’organizzazione sociale, come se la crisi costituisse un campanello di allarme per le scelte e i comportamenti da adottare in futuro.

Arricchisce il lavoro la preziosa introduzione del sociologo Aldo Bonomi.


Introduzione Aldo Bonomi
 

È sempre utile mettere l’orecchio a terra per continuare a cercare di capire cosa si agita nel sociale, tanto più in un tempo eccezionale come quello della pandemia. Un tempo che segna l’immaginario collettivo, specie di quello giovanile, inevitabilmente più ricettivo e affamato di esperienza. Questa piccola ricerca, compiuta nella fase acuta della pandemia, raccoglie i sussurri del mondo giovanile investito, come tutti, dall’esperienza inedita del lockdown. Stando a quello che emerge dall’indagine, nel tempo sospeso nel distanziamento fisico i giovani hanno sperimentato un’ampia gamma di sentimenti, tra i quali estraniamento, lontananza e solitudine, che hanno cercato di elaborare ricorrendo alla mediazione autorevole degli insegnanti, a loro volta remotizzati a casa.

Tra i tanti spunti offerti dal lavoro sul “campo” (si fa per dire in questo caso) e dai relativi commenti offerti dagli esperti, mi soffermo qui su quelle che sono le aspettative di cambiamento sussurrate dai giovani nel post pandemia, perché la “nuova normalità” dovrà, auspicabilmente, tenerne conto. In effetti ci si aspetta, o quanto meno si spera, in un cambiamento in meglio, in una normalità migliore della precedente, pur nell’incerta fiducia che la pandemia abbia reso migliore il genere umano. Diciamo che la pandemia ha aperto una finestra di fiducia, che forse per i millennials cresciuti nella crisi post 2008 rappresenta un’esperienza nuova, sul fatto che le grandi questioni del nostro tempo possono essere affrontate in maniera più efficace quando ognuno è chiamato a dare un contributo, a partecipare alla vita della polis, in quanto soggetto di un’intelligenza sociale collettiva in fieri. A suo modo questa finestra era stata aperta dalla figura di Greta Thunberg, ma l’esperienza del Covid-19 ha contribuito a scavare non poco il solco della consapevolezza, temperando quel sentimento di fatalismo adattivo che pure alligna nei giovani intervistati. Tale consapevolezza va accompagnata, da insegnanti, genitori, dalla fragile comunità educante, perché rappresenta l’antidoto a uno scenario nel quale si addensano le nuvole grigie delle paure della pandemia, della crisi ecologica, della crisi economica. Questa generazione è nata e cresciuta in un paese che attraversa una metamorfosi dolorosa, rispetto alla quale il Covid ha agito come un grande dispositivo di accelerazione del cambiamento.

schermata2020-09-07alle16-1599489703.png

L'autore

Mauro Tuzzolino ha un’esperienza consolidata sui temi dello sviluppo locale, della programmazione negoziata, delle politiche attive del lavoro e della programmazione comunitaria. Ha inoltre svolto funzioni apicali di gestione e rappresentanza di strutture complesse. Dal 2010 svolge attività di consulenza e di direzione scientifica nell’ambito della programmazione negoziata, dell’attuazione di progetti europei e nell’ambito del management culturale. Attuale Direttore del flag “pescando – Sardegna Centro Occidentale”, ha ricoperto la carica (2001 – 2008) di Amministratore Delegato di Sviluppo Italia Sardegna spa, di Direttore Generale di sci srl (2009 – 2012), società specializzata nelle nuove tecnologie applicate ai settori “education”, turismo e beni culturali, di Presidente dell’associazione culturale Eutropia (2009 – 2018). Ha collaborato con primari istituti di ricerca sociale, tra cui il cnel ed il Consorzio aaster.