Dopo la richiesta di partecipazione della casa editrice Altaforte vicina a Casapound alla kermesse torinese, guarda caso posizionata in una zona nevralgica, per attirare attenzione sull’evento, molti intellettuali, associazioni stanno declinando l’invito: per Valerio Vigliaturo, autore torinese del romanzo "Dalla parte opposta" lanciato dal nostro sito un anno fa, una polemica costruita a tavolino che si sta ritorcendo contro.
In foto, al centro, Valerio Vigliaturo.
Abbiamo parlato con Valerio Vigliaturo, cantante jazz e autore del romanzo "Dalla parte opposta" lanciato per primo dal nostro sito giusto un anno fa, pubblicato con il marchio Augh!Edizioni della casa editrice Alter Ego che parteciperà alla prossima edizione della Salone del Libro di Torino e che ha sede nella città di Viterbo, salita tristemente alle cronache per i fatti da tutti conosciuti riguardanti due ex militanti di Casapound.
Nato a Chieri in provincia di Torino ma di origini meridionali (madre siciliana di Giardini Naxos e padre calabrese di Acri in provincia di Cosenza, noto pittore e artista del vetro), Vigliaturo è anche da anni il direttore del Premio InediTO - Colline di Torino, punto di riferimento in Italia tra i concorsi letterari dedicati alle opere inedite, che compie quest’anno diciotto anni e la cui premiazione si svolge da diverse edizioni sotto la sua direzione al Salone del Libro. Attraverso il premio vengono premiati autori già affermati e nuovi talenti come lo svizzero Dario Neron che con il romanzo "Doctor Reset" ha vinto a pari merito, tra l’altro in maniera sorprendente con Vigliaturo, il Premio Carver, e la partenopea Licia Pizzi con il romanzo "Piena di grazia" presentato quest’anno nella cinquantina del Premio Strega. Il premio ha coinvolto in questi anni tantissime autorità e personalità di prestigio come Paola Mastrocola, Luca Bianchini, Andrea Bajani, Aurelio Picca, Davide Ferrario e persino Morgan, che hanno fatto parte della giuria presieduta da questa edizione dalla scrittrice torinese Margherita Oggero coadiuvata dai giurati Davide Rondoni, Paolo di Paolo, Maurizio Cucchi, Paolo Lagazzi, Dario Salvatori, Cristiano Godano dei Marlene Kuntz, tra i tanti. Vigliaturo quindi, vivendo nella provincia di Torino, è da sempre a contatto con il mondo culturale torinese e non solo.
Come stai vivendo questa vicenda della partecipazione al Salone della casa editrice Altaforte vicina a Casapound che ha scatenato le reazioni dell’intellighenzia sabauda e italiana schierata a sinistra e ha inoltre pubblicato il libro/intervista su Matteo Salvini, la cui presentazione è stata proibita? «Il clima culturale italiano sta vivendo un momento di forte inasprimento e imbarbarimento che riflette gli sviluppi politici e sociali del paese. Da una parte i neofascisti, populisti e sovranisti, dall’altra gli antifascisti, resistenti e democratici, alcuni di questi stereotipi anacronistici e obsoleti che pensavo fossero scomparsi per sempre ma che si stanno riaffermando con insistenza. Ogni anno la vigilia di eventi come il Festival di Sanremo o il Salone del Libro è scandita da polemiche che dividono l’opinione pubblica, gli intellettuali e il mondo della politica innescate quasi ad hoc dai mass media per attirare l’attenzione sulle manifestazioni. Cosa faremo durante la prossima edizione, ci schiereremo contro la decisione di far partecipare un editore che pubblica testi legati a un movimento legittimato politicamente ma che manifesta apertamente l’apologia del fascismo, non partecipando come stanno facendo diversi artisti, scrittori, collettivi, associazioni come l’Anpi, il museo di Auschwitz-Birkenau, sotto l’hastagh #iovadoatorino, oppure apportando ognuno di noi il nostro contributo culturale presidiando quindi la democrazia e resistendo alle derive dell’estrema destra? Andremo a far visita allo stand dell’editore incriminato alla ricerca dei titoli osceni inneggianti al nazismo e al fascismo, inveendo e sputando contro di loro, facendo quindi il loro gioco, o li ignoreremo in maniera imperturbabile con intelligenza e saggezza attraverso un’accettazione radicale e una distanza psicologica? È una domanda che dovremmo porci tutti e a cui ognuno di noi risponderà secondo coscienza, riflettendo sui diritti della libertà di espressione e di censura in nome dell’antifascismo di fronte a posizioni che minano i nostri principi democratici dettati dalla costituzione e che dovranno essere affrontanti una volta per tutte da chi ha le competenze e le autorità per redigere un codice etico».
Quindi pensi che questa sia una polemica che è stata costruita a tavolino dagli organizzatori ma che è scappata un po’ di mano. Come si dice a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca?«Si preannunciano giorni di fuoco, polemiche e scontri per il Salone vessato già da vicissitudini organizzative e giudiziarie che hanno rischiato di farlo scomparire per poi rinascere come un’araba fenice grazie allo spirito di tante persone volenterose. Non vorrei che questa provocazione fosse stata creata dopo la richiesta di partecipazione dell’editore per attirare attenzione sull’evento, come avviene d’altronde ogni anno attraverso la presenza di personaggi o paesi più o meno scomodi, e che questa volta si stia ritorcendo contro più del previsto, creando non solo un danno d’immagine per il Salone che aveva appena ricostruito faticosamente la sua credibilità, attraverso il defilarsi giornaliero di molte personalità, ma soprattutto causando problemi di ordine pubblico dentro e fuori il Lingotto durante i giorni in cui si svolgerà la manifestazione».