A cura di Anna Cavestri al secolo Domenica Blanda
Si può vivere di sola arte? Chi è davvero l’artista? Quando una persona comune diventa artista? Questi e altri interrogativi sulla vita e la convivenza tra arte, nel senso di fare arte e “il logorio della vita“ dal potersi mantenere, fino a potersi fare una famiglia e soprattutto sentirsi in piena sintonia col proprio essere artista, sono quelli che si pone un insegnante d'arte quasi quarantenne, mentre si trova a dover preparare l’intervento ad convegno che ha organizzato il suo istituto all’ultimo momento al posto di un’altra persona che è stata impossibilitata a farlo.
Il panico si impadronisce di lui, come spiegare di fronte a tanti studiosi che cosa differenzia l'artista da una persona comune nell'epoca dei social media? (questo è l’argomento del convegno). Avendo così poco tempo per preparare l'intervento? Tutto dura una notte, mentre la sua compagna e il piccolo figlio dormono. Quello che percorre per la preparazione del lavoro è un viaggio interiore attraverso le immagini, sue fotografie e quelle delle opere di artisti che più ama ed ha studiato, da Van Gogh a Pollock, da Duchamp e molti altri che a vario titolo hanno contribuito alla sua formazione, non solo artistica ma culturale ad ampio spettro.
È un lavorio che lo porta nel suo passato, ricordi che affiorano nella sua mente che vanno ad incastrarsi a tasselli del mondo dell’arte attuale. Questo percorso della sua esistenza è una riflessione sulle contraddizioni del sistema dell'arte e del lavoro culturale.
È un racconto in prima persona, in cui l’autore mette in evidenza la difficoltà di poter esprimere la propria arte senza compromessi, a maggior ragione al tempo dei social media, perché di sola arte non si vive. Il libro è molto ricco e fa un’analisi molto particolareggiata del mondo artistico ed industriale e delle sue problematiche, così come sono ricchi i richiami ad artisti famosi.
È interessante la riflessione che fa circa il tempo della inconsapevolezza giovanile, quando uccidere l’unicorno era un gioco di forza, quando si doveva uccidere l’innocenza e si poteva “sprecare il tempo“ e quella di essere ora un padre ed un compagno con delle responsabilità che richiedono tempo e presenza senza sprechi. In una sola notte, che sembra un eternità per chi legge, in cui riesce ad andare ogni tanto a vedere la sua famiglia che dorme e - nuovamente - in cui riesce, perché maldestro, a svegliarli, a farsi male, a perdere tutto il lavoro che aveva quasi finito ma non salvato, e nella quale ricomincia tutto da capo, impostando il lavoro diversamente da prima e facendo incursioni sul passato in alternanza.
Questo è l’assioma a cui arriva: L’artista emergente diventa un grande artista quando sa essere anche una persona comune. È un saggio più che un romanzo, per gli addetti ai lavori e per tutti quelli che vogliono affrontare un percorso sul mondo degli artisti del passato e del presente, con considerazioni sul vivere e lavorare che tutto sommato riguardano tutti.
Titolo: Uccidi l'unicorno
Autore: Gabriele Sassone
Editore: Il Saggiatore
Pagg.: 220
Prezzo : € 19,00
Voto: 8