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Anteprima - Gianfranco Cefalì intervista Salvatore Conaci, da domani in libreria col nuovo romanzo

21/04/2021 00:01

Admin

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Anteprima - Gianfranco Cefalì intervista Salvatore Conaci, da domani in libreria col nuovo romanzo

Salvatore Conaci - Cosa accadde davvero a Evie Benson - Bookabook - L'anteprima - Le interviste - Gianfranco Cefalì

Esce il 21 aprile il nuovo romanzo di Salvatore Conaci "Cosa accadde davvero a Evie Benson" per Bookabook. Gianfranco Cefalì lo ha intervistato in anteprima per il nostro blog, tentando di farsi svelare alcuni elementi chiave ma anche chiedendo chiarezza sul fenomeno del bookabook non sempre ben accolto in Italia.

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Sinossi (fonte bookabook.it)

"Evie Benson è un’agente letterario di successo. È bella, ha una carriera brillante e dei fedeli amici di vecchia data. Un giorno, però, la vita che le ha dato così tanto si riprende alcune cose. È il 2015: su un social network conosce Liam, un uomo affascinante e misterioso. È raffinato, colto, la ama, ma ha sempre una scusa per non incontrarla di persona. Evie scivola inesorabilmente tra le spire di un amore ingannevole, pericoloso. Un amore fatto di messaggi, bugie e tormenti. I suoi amici provano ad aiutarla, ma lei, ormai plagiata da Liam, li allontana, prendendo decisioni che fanno cadere a pezzi la sua vita. Solo dopo aver toccato il fondo Evie torna da loro. Dopo un percorso riabilitativo di due anni, li riunisce in un posto in cui festeggeranno i vent’anni della loro amicizia. Ma lì, in una sfarzosa villa turistica del Maine, il passato va a cercarla. Rancori e ossessioni che sembravano sepolti per sempre tornano a galla senza perdono, rivelando un terribile segreto".

L'intervista a cura di Gianfranco Cefalì

 

Ciao Salvatore, ti faccio subito una domanda un po’ provocatoria. In tutti questi anni girando nei vari siti che si occupano di editoria, il fenomeno Bookabook, viene visto da alcuni, non molto bene, criticando la CE e sostenendo che tutto l’onere iniziale ricade sull’autore. Ora il crowdfunding da noi, soprattutto nell’editoria, non è percepito e sfruttato come dovrebbe essere. Come saprai, per me è una forma intelligente di operare. Inoltre io considero la tua una scelta coraggiosa, infatti, con il mercato editoriale odierno è molto più facile pubblicare e un autore come te non avrebbe mai avuto problemi a trovare una casa editrice. È davvero così? Ci vuoi spiegare il perché di questa scelta, alla luce anche del buon successo che ha avuto il tuo precedente “Ordo Mortis”, un vero e proprio best seller, e quali sono i suoi vantaggi?

«Ciao, Gianfranco! Finalmente posso fare chiarezza su un argomento poco conosciuto ma tanto chiacchierato. Come hai anticipato, Ordo Mortis è stato un best seller. Be’, a suo tempo venne scartato da Bookabook. Per intraprendere la campagna di crowdfunding, non basta presentarsi e cominciare: l’opera passa per un attento comitato di lettura che sceglie le storie su cui lavorare. Passiamo all’onere: non solo non ho speso un centesimo (guai, io odio l’editoria a pagamento), ma da contratto mi era proprio vietato l’auto-acquisto di copie. Il controllo sui preordini è serrato, direi ansiogeno. L’autore non ha alcun potere sull’andamento della campagna. Se il libro piace, e viene ordinato, ottiene la pubblicazione, altrimenti si cerca altro editore. Bene, le proposte editoriali per Cosa accadde davvero a Evie Benson sono state diverse, ma io, dopo Ordo Mortis, avevo una sorta di conto in sospeso. Volevo Bookabook a tutti i costi, e sai perché? Come dici tu, trovare un editore tradizionale è relativamente facile, tant’è che il mercato editoriale è saturo: in Italia circolano più libri che lettori. Per questo, l’idea di una CE che dà vita solo a libri che abbiano già un pubblico mi piace. Non si intasa il mercato, e si salvaguarda una risorsa preziosa: il lettore. Ma questo è solo il mio parere».

 

 

Ho avuto modo di leggere il tuo “Cosa accadde davvero a Evie Benson” in anteprima, e lo avevo reputato già pronto per la pubblicazione o quasi. Ho tutta una mia idea sull’editing di un testo e non vorrei annoiare nessuno. Come è stato lavorare al tuo testo? Avete dovuto fare dei cambiamenti significativi?

«L’editing è stata la parte più dura e avvincente. Bookabook ha affidato il testo a un’editor grandiosa e professionale: Anja. È stata puntuale, acuta, attenta ai punti di forza e ai punti deboli della storia e del testo. Ha analizzato e lavorato, con me, passaggi, espressioni e parole che davo quasi per scontati. Senza mai lasciare nulla al caso. Senza stravolgere nulla».

 

Il tuo “Ordo Mortis” è un romanzo esoterico con chiare mescolanze horror, in “Cosa accadde davvero a Evie Benson” siamo più nel thriller psicologico. C’è stato un netto cambiamento tra questi due romanzi, come ambientazione, personaggi, storia. È una naturale evoluzione delle tue storie o sentivi il bisogno di cambiare? O molto più semplicemente la storia che volevi raccontare, poteva essere raccontata solo così?

«Si tratta di una spontanea evoluzione. Sono nuovo ogni giorno, e le mie storie mutano e crescono con me. Maturano le trame e lo stile, si adattano genere e tematiche. Però c’è un però: nel mood psicologico, tenebroso e dinamico, di Cosa accadde davvero a Evie Benson, comincio a sentirmi a casa».

 

A proposito di ambientazione, siamo negli Stati Uniti, come mai questa volta hai deciso di ambientare il tuo romanzo fuori dai confini italici? Mi riferisco anche a tutti quelli che criticano gli autori italiani che ambientano i loro romanzi all’estero.

«Le critiche alle ambientazioni estere le trovo quasi totalmente prive di senso. Quasi totalmente, perché è vero che certe tematiche possono stare bene (a volte meglio) entro i confini di una nazione specifica, ma il thriller psicologico è una vibrazione universale, che fa leva su istinti e tensioni che sono uguali in tutto il mondo. Per questo ho scelto gli USA, terra altra per eccellenza, come teatro per la mia Evie».

 

Perciò, quanto conta l’atmosfera in un libro di Salvatore Conaci? A me viene subito in mente il colore bianco per questo tuo nuovo romanzo...

«L’atmosfera è fondamentale. Il personaggio meglio caratterizzato appare grottesco, se l’atmosfera non è quella giusta. Presto al contorno un’attenzione maniacale, che non significa riempire le pagine di cornice. A volte è una parola a fare la differenza tra atmosfere diverse. Passo ore a scegliere la parola adatta, la riga adatta, per suggerire le giuste sensazioni al lettore. Il fatto che tu abbia pensato al bianco mi piace, ma non ti dirò per quale motivo. È bene che certe cose restino segrete, no?»

 

In una sua intervista Carlo Lucarelli si lamentava della difficoltà di scrivere gialli e affini in un’epoca piena di tecnologia e in cui le rappresentazioni televisive degli stessi abbiano portato sempre di più il lettore/spettatore ad aspettarsi la risoluzione dei problemi attraverso analisi scientifiche sempre più complesse che si risolvono in cinque minuti, in cui tutti aspettano l’arrivo della scientifica (C.S.I. per intenderci) a rivolvere il mistero. Come la pensi tu?

«Ha detto una grande verità. La tecnologia nasce per risolvere i problemi, e il mistero criminale è uno dei grandi problemi della storia dell’Uomo. Esiste una macchina per analizzare ogni cosa, dagli spostamenti delle persone alle molecole in ogni loro stato, alle cellule epiteliali. Il lavoro dello scrittore di gialli è sempre più arduo, ma la vedo come una sfida avvincente. Eccitante, oserei dire».

 

Questo tuo nuovo romanzo, come tutti i bei romanzi, non si può solamente racchiudere dentro un genere perché sarebbe molto riduttivo. In questo tuo nuovo lavoro sono tanti gli spunti e le letture che si possono fare. Infatti potremmo parlare di rapporti umani, di amicizia, di rapporti di forza in seno ai gruppi. E ci pone anche domande importanti: fino a dove ci può spingere l’amicizia? Fino a che punto possiamo intervenire? Cosa è lecito e cosa no nei rapporti interpersonali? L’amore, l’ossessione. Ma ritroviamo anche una riflessione sul mondo che ci circonda, sui nuovi media e su dove si possa arrivare e cosa si possa fare grazie all’anonimato.

«Quando iniziai a scrivere questa storia, non avevo idea di quanto ampio fosse il respiro della vicenda. Me ne sono reso conto dopo, alla prima lettura. “Sta tutto lì, nei rapporti umani”, mi ero detto. Ma i rapporti umani toccano, e sono toccati, da una vastità di sfere del sensibile. Questo è un altro motivo per cui ho scelto l’universalità degli USA, per la storia».

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Parliamo un po’ di scrittura. Quali sono i tuoi autori di riferimento e qual è la tua routine di lavoro?

«Tra i contemporanei, mi piace molto il duo Poznanski/Strobel, e poi Flynn Berry, Glenn Cooper, Sthephen King, Charlotte Link. Ultimamente apprezzo molto Joël Dicker: il suo L’enigma della camera 622 è una delle cose letterarie più folli e avvincenti che abbia letto ultimamente. La mia routine: non ho una routine. Passo lunghi periodi senza scrivere, e questo è il momento più importante del processo. Il mio inconscio immagazzina idee, intuizioni, possibili trame. Alla fine sento qualcosa di molto simile alle contrazioni del parto: l’istinto mi spinge a sedermi e mettere tutto su carta. All’inizio accade, di rado: ignoro e mi limito a ricerche inerenti alla storia che ho in mente. Poi sempre più di frequente, finché le contrazioni, un giorno, non diventano irresistibili e mi fanno correre nello studio. Mi chiudo per un paio di mesi, e da lì esco con la storia in mano».

 

Isola deserta. Solo tre libri. Quali scegli?

«Sei crudele, ma ci provo: Lolita di Vladimir Nabokov, Il maestro e Margherita di Michail Bulgakov, Il ritratto ovale del Maestro Poe».


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L'autore

Salvatore Conaci, Catanzaro 1990, è laureato in Lettere, specializzato in Filologia Moderna. Dopo una breve collaborazione con la rivista Luoghi Misteriosi, scrive per ’900Letterario tra il 2016 e il 2017. Il suo primo romanzo è Ordo Mortis (WritersEditor, 2018), primo thriller esoterico ambientato in Calabria, che ottiene la menzione al merito al II Premio Internazionale Cumani Quasimodo. A ottobre 2020, col racconto inedito Odio i treni, è finalista del Premio Letterario Internazionale Nautilus, e vincitore del Premio Speciale Litweb.

Il libro

Titolo: Cosa accadde davvero a Evie Benson

Edizioni: Bookabook
Pagg.: 296

Prezzo: € 18,00