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Il nuovo modello di scrittura dell'eclettica Erica Donzella stasera in diretta on line dalla Prampolini

08/06/2021 01:01

Admin

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Il nuovo modello di scrittura dell'eclettica Erica Donzella stasera in diretta on line dalla Prampolini

Erica Donzella - Labyrinthos. Un modello di scrittura - Villaggio Maori - A cura di Federica Duello

Si terrà on line organizzato dalla Libreria Vicolo Stretto, Legatoria Prampolini e VIllaggio Maori Edizioni, tutte relatà catanesi, la presentaizone del nuovo libro di Erica Donzella che sarà accompgnata dalla scrittrice Lorena Spampinato.

 

Di seguito Federica Duello per il blog "Letto, riletto, recensito!" offre un'attenta disamina.


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Erica Donzella

 

 

 

 

Labyrinthos

Un modello di scrittura

 

 

 

 

Villaggio Maori

 

 

 

Le recensioni in LIBRIrtà

La presentazione


A cura di Federica Duello

 

   Il termine “espressione” deriva dal latino, più precisamente da ex-primere, dunque spremere verso l’esterno affinché ciò che una volta stava dentro, si renda manifesto. Per fin troppo tempo il mondo accademico del linguaggio e delle lingue, delle culture e dell’essere umano si è domandato perché questo abbia da sempre avvertito l’esigenza di esprimere la propria identità; Labyrinthos. Un modello di scrittura. (Villaggio Maori Edizioni, 2021) di Erica Donzella, restringe il focus a quell’atto di porre nero su bianco la propria parola, la lezione che ognuno ha dentro di sé, di qualsiasi natura essa possa essere.

 

      Non si tratta qui di analizzare qualsiasi forma di scrittura e dunque qualsiasi sua finalità (aziendale, giornalistica o che so io) ma una in particolare: la creativa, più sopraffina rispetto a tutte le altre poiché è colei che ci pone di fronte alla pronuncia del nostro vero essere. Proprio per la sua definizione, l’accezione “creativa” denota che questo tipo di scrittura è quella che ci porta a vivere e a far vivere mondi più o meno immaginifici che rientrano interamente sotto la nostra responsabilità, dati noi i creatori e le creatrici, senza dimenticarci che il mondo prende forma a seconda dei termini che impariamo a riconoscere prima e a usare poi, come anche la nostra cara autrice ci ricorda, ed ecco che, prerogativa lodevole della casa editrice Villaggio Maori di cui Erica fa parte, notiamo un messaggio rivolto anche grammaticalmente a entrambi i sessi perché non ci si inventa scriventi da un momento all’altro: è un processo graduale, che comincia a muovere i propri passi, nella più comune delle situazioni, dal momento in cui la coscienza del sé mostra i primi sintomi e incalza fino a sfociare nella irresistibile voglia di tenere il conto, nella forma di diari personali, del nostro vissuto e mentre le parole vengono stese in ordine, una dietro l’altra, anche i nostri confusi pensieri cominciano a prendere una forma.

 

    Giusto nella premessa, subito una precisazione: che non ci si aspetti il solito ed ennesimo trattato sulla scrittura e su come si debba scrivere ma uno scritto che rende chiarhi, nel caso non lo fosse stato fino al momento prima della sua lettura, i modi in cui la scrittura possa essere in grado, se non di aiutarci ad affrontare, quanto meno di affacciarci alla vita. Da qui si dirà che la domanda sorge spontanea: perché scrivere? Da dove nasce l’esigenza impellente di volersi esprimere e silenziosamente affermare “ci sono anch’io, qui”? Parte della risposta è già stata data: la verità è che già dai primissimi momenti di vita ognuno di noi ha dentro di sé un dedalo di bisogni, emozioni, pensieri, considerazioni, epifanie, sentimenti e chissà cos’altro a cui la scrittura cerca di porre rimedio per mettere ordine all’invisibile caos quotidiano che invade le nostre menti: in qualche modo dobbiamo trovare quel filo di Arianna che ci porti fuori dal labirinto della limitatezza della parola e ci permetta di esprimere fino in fondo ciò che il nostro pensiero ha concretizzato.

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    Possiamo dire di conoscerci davvero? Conosciamo davvero la nostra mente, le nostre interiorità? Tutto comincia da lì, da uno studio approfondito delle nostre essenze e delle definizioni che siamo pronti e pronte ad addossarci; solo una volta affrontato questo passo sarà possibile decidere quale punto di vista adottare per una narrazione dei fatti e una miriade di altri elementi che hanno la parola come mero punto di partenza invece che, come si penserebbe, di arrivo. Se così non fosse, come si potrebbe pensare di comprendere e concepire altri esseri umani, se questo ne fosse il caso? Come sarebbe possibile farlo se non si rivolge almeno per un attimo lo sguardo verso noi stessi per definire le differenze tra il creatore e il creato, di qualsiasi tipo esse siano?

 

    Insomma, come già detto, l’opera di Erica Donzella non si rivolge a chi vuole studiare le tecniche di scrittura: non è un trattato di scrittura, ma un saggio d’ispirazione psicologico-umanistica rivolto a chiunque abbia un mondo dentro che in qualche modo non riesce a esprimere perché incespica in quel blocco da scrivente che tutti, chi più e chi meno, ci siamo trovati davanti: verosimili ostacoli oltre cui non riusciamo a vedere ciò che saremmo in grado di compiere se solo spendessimo più tempo a letteralmente scavare dentro di essi, dessimo una sbirciata e affrontassimo le nostre bontà, paure, vergogne, orgogli e pregiudizi, tanto per riprendere il titolo di una famosa opera letteraria.

Erica compie questa opera apparentemente semplice ma caleidoscopica nel suo complesso con la professionalità che l’ha sempre contraddistinta, a simbolo della qualità dei manifesti che è da sempre stata in grado di far nascere non soltanto in qualità di scrittrice (o scrivente, come si definisce) ma anche in veste di editor, direttrice di collana e nei molteplici ruoli che ha finora ricoperto per rendere non solo la sua persona ma la stessa casa editrice con cui collabora, introspettiva e attenta alla realtà che vive, cosciente della storia che la precede… E credo di non avere dubbi nel dire che potrebbe anche essere fiera del futuro che le si prospetta.


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L'autrice

Lavora nel mondo dell’editoria come editor freelance ed è docente di Storia dell’editoria italiana presso Accademia delle Editorie (Catania). Si avvicina alla poesia da autrice nel 2012, pubblicando Pyro (Prova d’Autore) e Lucky Strike nel 2015 (Prova d’Autore). Appassionata di fotografia e cinema, ha diverse esperienze editoriali nella pubblicazione di racconti e saggi. Nel 2019 festeggia con un volume irripetibile i 60 anni della bambola Barbie, pubblicato per Villaggio Maori Edizioni. Collabora con Open – Creative Work Space. 

Il libro

Titolo: Labyrinthos

Edizioni: Viallaggio Maori

Pagg.: 76

Prezzo: € 12,00

Valutazione: Eccellente