A cura di Anna Cavestri (alias Domenica Blanda)
Finita la maturità e con la voglia di evadere dalla terra natia e dalla famiglia, Paolo si fa convincere da Roberto e partono per un campo estivo della FGCI (di cui faceva parte Roberto) destinazione Friuli, che portava ancora le ferite del terremoto del ‘76. Insieme a loro parte pure Pino. Il campo era stato preparato in un paesino dominato dalle Dolomiti, i giovani comunisti italiani erano lì per dare una mano. Quello che doveva essere un momento di aiuto sì ma anche di svago,
lontani dalla loro isola , dalla famiglia, diventa per i tre ragazzi un momento di discussione e presa di coscienza. Paolo e Pino, noti per le loro tendenze anarcoidi erano insofferenti ai dettati dell’organizzazione del partito, divergevano con Roberto che pur sapendolo li aveva voluti. Paolo e Pino si interrogavano sul senso di quel campo, sul loro futuro, si sentivano fuori luogo tra discorsi di partigiani, tra le differenze tra i capi dell’organizzazione a parlare sui palchi e “gli addetti ai lavori “ sui campi. Troppi schemi rigidi nel loro intendere la vita, troppe regole che non rispettavano,tanto da farsi mandare via.
Al rientro a casa Paolo rincontra il suo grande amico Andrea, sono grandi amici, si intendono bene si confidano ma , mentre Paolo sogna un futuro in cui possa esprimere e realizzare i suoi sogni, lui è un idealista, un filosofo pensa di poter “stravolgere“ i capi saldi della società - Stato, famiglia, religione -, Andrea pur volendo la stessa cosa, non è in grado di decidere sul suo futuro e mentre Paolo partirà per fare l’università a Milano, lui rimarrà legato all’azienda di famiglia, con un padre-padrone assoluto.
È il paragone tra la vita di Andrea precocemente rinunciatario alle illusioni e l’esplorazione della vita che invece smuove Paolo, il procedere del romanzo dove Paolo è “solo un cronista che commenta a posteriori, dall’alto del suo sedere assiso su di una poltrona comoda e calda seduta“. Compito comunque non facile perché ripercorre la vita dolorosa dell’amico è altrettanto doloroso.
Per 25 anni Paolo rimane a Milano dove sperimenterà, sacrifici, amori dolorosi, discussioni filosofiche intorno a quello che in quegli anni è un continuo cambiamento, sono gli anni degli scontri tra il poterr e gli autonomi, anni di compromessi e battaglie personali per differenziarsi e rimanere nella legalità. Sono per Paolo gli anni in cui mettere in discussione tutto, argomentare con la filosofia , affrontare la religione con diverse argomentazioni, affrontare l’amore e trovare un personale equilibrio.
Andrea rimane nella sua Sicilia ai piedi dell’ Etna, ed è lì nella montagna che cerca rifugio e momenti di pace. Andrea ha un pessimo rapporto col padre, non si sa ribellare, subisce. La madre se ne va, il fratello maggiore, il preferito , ha una famiglia e vive nella parte opposta dell’Italia. Si sente perso, abbandonato, ama Anna di un amore possessivo ed esclusivo, Anna invece ama la libertà,
non vuole legarsi. Un amore tormentato, anche se quando stanno insieme stanno bene, neanche con Anna Andrea sapeva decidere, si accontentava.
Un grande dolore racconta Paolo, quello di un ragazzo che cresce accumulando solo malessere, e ossessioni. Quando era all’ estremo della sopportazione, l’Etna era il suo calmante per i nervi. Quel monte per lui aveva il piacere dell’abbraccio
ancestrale che non poteva avere altrimenti, era il confidente delle sue sconfitte, della sua tragedia interna. Pensando alla fatica di vivere di Andrea, Paolo pensa a come ha fatto lui per uscirne, pensa ai suoi filosofi di riferimento, ai suoi poeti, a
Dio. E Andrea? Non viveva, fugaci momenti con Anna, subito dopo soffocati dall’ansia di non poterla avere tutta per se, e trascinarsi nello scorrere delle giornate tra le incombenze e l irascibilità del padre. Dovere e dolore. Col suo tempo anche Andrea prenderà le distanze da questa schiavitù’ e deciderà della sua vita, lasciando tutti di stucco. Non lo immaginava Paolo di scoprire così il suo amico quando dopo venticinque anni ritornerà nella sua terra, sotto al loro vulcano.
L’autore ripercorre con linguaggio a volte ricercato, gli anni 80 e le tribolazioni dei personaggi, in primo piano ci sono le storie personali inevitabilmente condizionate per alcuni dagli eventi socio-politici. Molti sono i riferimenti filosofici anche di filosofie orientali di cui il protagonista si è nutrito.
Il romanzo diventa ad un certo punto incalzante tenendo il lettore attaccato alle pagine fino alla fine, con un finale a sorpresa.
Titolo: L'accordo. Era l'estate del 1979
Autore: Paolo Scardanelli
Editorei: Carbonio
Pagg.: 180
Prezzo: € 15,00