L'isola che non c'era di Leonardo Bonetti, è il primo libro dell'esordiente Il ramo e la foglia edizioni. La casa editrice romana, è nata in piena pandemia a ridosso dell'estate 2020, e vanta personaggi con una carriera in area editoriale non indifferente, quali Roberto Maggiani e Giuliano Brenna, nonché uno staff serio e determinato. Ci onoriamo di pubblicare la nostra recensione a firma di Letizia Cuzzola (nostra editorialista e redattore de La città del sole edizioni).
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L’isola che non c’era di Leonardo Bonetti (Il ramo e la foglia edizioni, 2021) è un viaggio vero e proprio, più interiore che fisico, “a sud di tutto”.
Il protagonista è un uomo comune dimentico di sé, uno di quelli che attraversano la vita senza neanche sfiorarla finché l’isola, l’utopia, non lo chiamerà fra le sue «Creature inconcluse, sconfitte senza battaglia, colte da lieta disperanza, alla ricerca e all’attesa d’una risurrezione costantemente temuta».
Leo non ha più nulla da lasciarsi alle spalle ed è «Per questo dunque, un giorno come altri, si sarebbe avventurato alla volta dell’isola portando con sé nient’altro che la sua umile ingenuità». Pochi personaggi, apparentemente indefiniti nelle loro storie ma messaggeri di un mondo che c’è e si muove nonostante le fughe: «In fondo basta un piccolo sforzo e ciò che appare lontano diventa di nuovo vicino, vivissimo, immortale come una cosa che sembrava persa per sempre».
L’isola è comparsa all’improvviso, coi suoi paesaggi che nascondono verità altre, scelte che comportano una separazione nella visione dell’isola stessa. Improvvisamente, durante la lettura, ho ricordato una frase di Manlio Sgalambro: «Per ogni isola vale la metafora della nave: vi incombe il naufragio». Non siamo forse noi stessi isole e navi?
Leo si scopre, forse per la prima volta nella sua vita, un osservatore, inizia a porsi e porre domande e le risposte che riceve più volte lasceranno il lettore con nuovi interrogativi. Ne resteranno anche al termine della lettura, sappiatelo.
L’isola è metafora di per sé per la sue molteplici sfaccettature e interpretazioni, ma «È un posto dove restare, le dico; che sia un’isola o un’idea, fa lo stesso. Un luogo, comunque, da sperimentare fino in fondo». E arrivare fino in fondo al libro con la stessa curiosità delle prime pagine non è cosa da poco, con Bonetti ci si riesce.
«L’isola è sola, infine, e separata da tutto. È il suo segreto la garanzia della sua immutabilità; come un vulcano in grado di contemplare la propria eruzione giudicandola tanto prevedibile quanto catastrofica».
L'autore
Leonardo Bonetti fondatore degli Arpia, band underground tra le più note del panorama italiano, esordisce col romanzo Racconto d'inverno che ha vinto il Premio Nabokov 2009. Nel 2010 con Racconto di primavera, vince il Premio Carver. Del 2013 è Racconto d’estate, finalista al Premio Celano. Nel 2016 debutta alla regia in lungometraggio con Un amore rubato (aveva già praticato la regia con un mediometraggio). Vanta altre pubblicazioni e premi che potete trovare accedendo al sito dell'autore, cliccando qui.
Il libro
Titolo: L'isola che non c'era
Editore: Il ramo e la foglia edizioni
Pagg: 159
Prezzo: €15,00
Voto: Imperscrutabile
La foto d'apertura ritraente Leonardo Bonetti al SalTO 2013 è di proprietà del sito ufficiale dell'autore. La foto della bio è di Roberto Maggiani.