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Per #LibriOff "Scriverti" di Ornella Mallo

09/02/2023 23:01

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Per #LibriOff "Scriverti" di Ornella Mallo

#LibriOff - A cura di Maria Allo

Settimo appuntamento con la partnership di Radio Off. Per la rubrica Libri Off, vi proponiamo la recensione che  Maria Allo ha fatto a “Scriverti” di Ornella Mallo


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A cura di Maria Allo 

 

“Cerco il mio volto. / Lo ritrovo scavato/ sulla superficie di un sasso. / Sgranato/ nella muta rena, / lo bagnano le onde del mare” (p.62). Scriverti (Edizioni Kemonia – Palermo 2021) è la raccolta di poesie che segna l’esordio di Ornella Mallo, ma l’approdo poetico e creativo era  già maturato entro gli alvei di una vivace maturità intellettuale e umana, come si può evincere dalle note interviste dell’autrice ai poeti su Radio Off.  La parola è, per la Mallo dunque essenziale strumento di indagine e al centro di Scriverti è un’esperienza conoscitiva, la rivelazione di quella verità che la poeta attende e insegue con i suoi versi, il miracolo di un’improvvisa evidenza che illumina il mondo scoprendone il senso. Ornella Mallo  vede e sente nella pelle e nel sangue le miserie, ipocrisie, contraddizioni, false simpatie, l’insieme di maschere che l’essere umano si mette addosso nella tensione dialettica  irrisolta tra l’ “io”, condannato all’immobilità sofferta, nel limbo buio del non essere, in inconciliabile contrasto con la luminosità: ”il buio inghiotte la luce dei fari”, sia pure debole e discontinua, della sfera d’azione del “tu”, un “tu” che fin dalla sua prima comparsa, nella prima sezione, non rappresenta tanto una proiezione fantastica ma un Tu assente, irraggiungibile, il traguardo estremo di una perpetuata condizione d’attesa”: ”Riaffiori da gorghi di penosa follia/ che ti hanno risucchiato/ in una tempesta inesorabile/ di cui interroghi attonito/ echi senza eco” (p.40), a cui però costantemente si rivolge l’autrice «verso te mi protendo», come dice Maria Antonietta La Barbera nella prefazione. Arte e vita appaiono inconciliabili, come inconciliabili sono il desiderio di vivere e quello di vedersi vivere, irrinunciabile privilegio e tormento infinito della poeta: “Mi aggrappo/ a gonne che fuggono/ mi trascinano/ gomme di macchina in corsa;/ mi scortico/ sul pavimento, / le labbra sanguinano,/ mi condanno al silenzio( p. 53) o “Non c’è più niente/ attorno a me./ Mi lancio spietata/ contro un muro./ Mi spezzo/ in mille frantumi,/ sparsi sul pavimento./ Fermi,/ finalmente”. Da questi versi emerge con particolare intensità il dramma della poesia: che sempre nasce da una lacerazione tra la vita autentica e la parola poetica che la vita esprime con pena, con la quale non può in alcun modo identificarsi, tuttavia fa percepire più intenso il palpito dell’esistenza, compresi gli alberi “Abitami, / amico antico, / acuto abisso./ Accompagnami,/ abbandoniamo assenze:/ allarga ali”. L’elemento del mare, parola-chiave attorno alla quale è sviluppata l’opera, esalta se da un lato lo slancio  vitale del desiderio di vivere “Ritorno Sirena,/ mi ricongiungo al mare”(p.30) o “Scompariamo,/ come non fossimo esistiti,/ le nostre orme inghiottite/ da onde impietrite/ sulla battigia” (p.39)dall’altro si fa emblema di una sofferta realtà interiore eppure riconduce a unità le esperienze della vita che il tempo disperde in una successione infinita di attimi differenti “Mi libro in volo tra le nubi / come un gabbiano / che non perde di vista/ il suo Mare”(p.61). Vasto è l’universo della Mallo in cui c’è una materia vera, autobiografica, che diventa materia di poesia; è già una scelta un orientamento in cui realtà e immaginazione si fondono. Ha scritto Tolstoj, nei Racconti autobiografici: “Immaginavo che fuori di me nessuno e nulla esistesse in tutto il mondo, che gli oggetti non fossero oggetti, ma immagini, e che appena cessavo di pensarci quelle immagini subito svanissero…”. Sembra quasi che la Mallo abbia messo in versi la medesima esperienza. La poeta sente l’irrealtà del mondo, in uno spazio vuoto, illimitato, in cui naviga con la fantasia, ma non è poesia d’ immaginazione astratta perché coglie il mondo circostante mediante i sensi dell’udito e della vista “L’udito/ è un sacco di rafia colmo, / traboccante di grano. / La vista, / un vaso di vetro trasparente o “Sento schiocchi/ su sentieri sterrati”. Rilevante il tema del ricordo di cui la poesia si nutre, quasi per dare un senso al tempo che è trascorso e che verrà. “Di ricordi ostaggio,/ di candele accese e spente/ sparpagliate nel mio paesaggio;/ fili d’alghe viscosi/ incatenano ossute caviglie/ a fondali insidiosi,/ scabre conchiglie/ su cui scorrono correnti furiose”(p.69). La tecnica espressiva della Mallo assegna grande rilievo alle singole parole e intensità alle singole azioni e cose, caricate di un significato emblematico e rivendicando la sua fede nei valori della dignità e della coerenza morale, una fede tutta laica priva di certezze superiori : “ mi ascolto/ in un silenzio / che grida dignità”(p.61)  che non cessa di sottolineare la tenace persistenza della sua tensione morale e intellettuale. A creare una perfetta fusione e compiutezza della sua ricerca espressiva, Ornella Mallo lavora sul potere magico-evocativo tutto interiore della parola “M’inoltro ridendo/ in deliri di luce”(p.55) in cui si acquietano tutti i desideri di infinito e di eterno.