Stefano Cazzato
Pratiche del consenso e del dissenso
Giuliano Ladolfi Editore
Le recensioni in Librirtà
A cura di Letizia Cuzzola
«Questo lavoro è stato pensato anche come un contributo allo sviluppo di una cittadinanza attiva e consapevole ispirata ai valori della tolleranza e del rispetto». Già nelle prime pagine de “La quasi logica. Pratiche del consenso e del dissenso” di Stefano Cazzato (Giuliano Ladolfi Editore, 2020) la narrazione e il suo fine sono netti. È un vero e proprio manuale per quanti necessitano di elaborare una strategia comunicativa chiara. «Chiedere, prendere e dare la parola».
«Un atto rivoluzionario non è solo uno strappo politico ed economico, sul piano della struttura, ma uno strappo che si compie nel modo di pensare sulla base di ragioni ritenute migliori di quelle dell’avversario». Soprattutto negli ultimi anni, i diversi media sono stati utilizzati come vere e proprie armi di “distrazione” di massa, hanno rivoluzionato il modo di fare politica, il mondo dell’informazione e i processi di formazione del pensiero comune.
È certamente evidente che il dialogo non esiste senza un interlocutore, attivo o passivo che sia, senza una controparte da convincere o, semplicemente su cui riversare le nostre convinzioni, che sia un singolo soggetto o una folla: «Non è all’uomo in generale che il retore si rivolge ma a una categoria particolare di uomini di cui deve «individuare pensieri, sentimenti, pareri, attese»; «Scopo di un’argomentazione è infatti convincere un pubblico determinato ad accettare una tesi che risulta più ragionevole e credibile di altre perché meglio argomentata». Cazzato parte dagli albori della filosofia, dall’ars retorica quale strumento fondamentale per cambiare le sorti della società: «La generalità di un’opinione coincide invece con il suo grado di diffusione nella comunità e nella cultura di riferimento. Quanto più un’opinione è condivisa, tanto più alta sarà la sua capacità di generare conclusioni persuasive». La capacità di persuadere si trasforma i capacità di convincere, guidare, dirottare.
«I nuovi filosofi sono richiamati alla responsabilità teorica di curare il linguaggio corrente, di igienizzare il mondo, di convalidare empiricamente enunciati e teorie, proprio come avviene nel campo delle scienze naturali» - Se nuove teorie sono assunte a verità assolute è perché dietro c’è stato un lavorio costante nel tentativo di rendere scientificamente accettabili anche gli assiomi più impensati e impensabili. Ecco che la filosofia non è più mera teoria ma assurge a scienza. Tutto è studiato, costruito, rimaneggiato e modellato per: «(…) collocarsi nella prospettiva di chi ascolta, concordare insieme le premesse iniziali del discorso e sviluppare l’argomentazione nel rispetto degli accordi implicitamente o esplicitamente sottoscritti, se si vuole effettivamente modificarne il punto di vista».
«È questo il fine dell’argomentazione: opporre agonisticamente un’opinione a un’altra, mettere una tesi contro un’altra e vedere chi la spunta. Si tratta, in breve, di spostare il consenso dalla propria parte». E Cazzato ce la fa, sposta dalla sua parte il lettore, lo coinvolge con centinaia di spunti di riflessione e approfondimento. Un lavoro ben strutturato e ben argomentato. Utilissimo per tutti.
Titolo: La quasi logica. Pratiche del consenso e del dissenso
Autore: Stefano Cazzato
Editore: Giuliano Ladolfi editore
Pagg.: 240
Prezzo: € 15,00
Voto: Persuasivo