Lo scorso 11 gennaio, avevamo annunciato l'uscita della silloge della nostra collaboratrice Domenica Blanda (alias Anna Cavestri), promettendo che ne avremmo parlato. Se subito lo segnalammo, ma non lo recensimmo, fu per mera questione di etica. Frattanto lo staff si è arricchito del giovane critico Paolo Pera, che la scorsa settimana ha inviato nella mail del blog questa breve sul libro della doppiamente collega: sono poeti e membri delo staffa "Letto, riletto, recensito" amedue.
LE SUE IMPRONTE
A cura di Paolo Pera
L'ultimo libro di Domenica Blanda, Le mie impronte (Edizioni Effetto, 2019), parrebbe essenzialmente un diario confessionale della poetessa. Questa raccolta ci porta a visitare le impressioni che la Nostra ha di sé entro lo scavo dei ricordi, quasi a promemoria di chi essa fu e di cosa le sia bene o no. Esso è insomma un esercizio di autocoscienza, e pure una resa dei conti con chi la ferì nel corso degli anni: personaggi omessi ma comunque intuibili e notabili.
Seguendo le proprie impronte la Blanda arriva a comprendersi – o almeno tendiamo a immaginarlo – e accettarsi per poter esistere il tempo d’imprimersi sul bagnasciuga, e infine passare con la stessa naturalezza.