Elena Pilato e il successo del suo "Io e Oriana" -
Le interviste
Apparsa nel numero 263 del mensile Paesi Etnei Oggi.(Di Salvatore Massimo Fazio)
1. Cosa ti ha spinto a scrivere di Oriana Fallaci, quasi fossi te medesima? Io e Oriana. Due donne, una persona è nato all’improvviso. Leggevo Un uomo della Fallaci ed è stato il forte amore per la scrittura, a darmi un primo impulso. Successivamente la curiosità di cosa avrebbe detto la scrittrice di tutto quello che accade oggi nel mondo. Sia a livello politico, sia per l’uso eccessivo dei social. Oriana non amava il pc, Internet e simili. Mi ritrovo molto in lei... per la sua schiettezza, la mancanza di diplomazia, l’essere sempre fuori dal coro ed essere considerata scomoda o a volte eccessiva. Quel rimanere fedele a se stessa, a discapito di tutto e di tutti, senza aver paura di saper tenere testa e dire la propria, anche quando ti vorrebbero imporre il silenzio.
2. Le motivazioni contro gli iracheni della Fallaci, sono giustificate da molti, se le dice Salvini, è un putiferio: può l’intellettuale superare il politico, seppur dicono la medesima? Gli intellettuali da sempre vengono considerati una categoria superiore, che non va contraddetta, a differenza del politico che in Italia è considerato meritevole di poca stima. La Fallaci era ed è vista, nel bene e nel male, un’istituzione. Può non piacere, può non essere condivisa, ma in molti preferiscono il silenzio, pur di apparire ignoranti nel contraddire il suo pensiero.
3. Quanti anni hai impiegato per questa notevole opera che sta dando una notorietà anche alla piccola casa editrice che ti ha pubblicato, costretta a correre per ristampare? Oltre ai numerosi impegni (in quel periodo seguivo il corso di makeup artist) ho iniziato a buttar giù una prima stesura. Sono stati 5 mesi intensi, dedicandomi giorno e perfino notte, alle tante richerche compiute sulla vita della Fallaci, soprattutto sui suoi aspetti privati. Era come se qualcosa che sentivo dentro premesse per uscire fuori. Io lo definisco un parto naturale.
4. È gentile la tua penna, anche quando affonda nei pensieri che richiamerebbero una violenza da forare il foglio, perché? Una make-up artist diventa una vado letterario. Cosa succede alla scrittura oggi? Finalmente si sono abbattute le barriere che volevano che a scrivere fossero solo nomi di risonanza anche se facevano cagare? Il mondo letterario (e non solo) ha subito un notevole cambiamento. Oggi con l’uso di Internet è possibile scrivere e far leggere i propri pensieri. Questo ha permesso a chiunque di osare e farsi conoscere. Non sempre si avranno scrittori validi, ma oggi conta la visibilità. Sta poi allo scrittore muovere i passi più giusti, per avvicinarsi ai lettori. Anche l’aspetto fortuna conta molto. Credo inoltre si possa usare la penna con dolcezza, e usarla come spada, quando necessario.
5. Chi è veramente La persona che si erge dalle due donne? Nel libro è rappresentato un percorso tra le due donne, dove risalta ora Adele, ora Oriana; entrambe protagoniste di una trama che qualcuno ha definito quasi un thriller psicologico. Ma il finale cambia un po’ tutte le risposte e le stesse domande e il lettore si ritroverà spiazzato, capendo finalmente chi delle due donne si erge e qual è il filo conduttore che le unisce.
6. Come ti sei documentata sulla Fallaci senza conoscerla, visto che nel libro sono descritti molti aspetti privati della scrittrice? Tramite Internet, cercando in primis la biografia, ma soprattutto il mio intento era comprendere chi fosse Oriana e non la Fallaci che tutti conoscono. Su yotube ho cercato video per capire la gestualità della scrittrice, le sue espressioni facciali. Ho scoperto un’Oriana timidissima, ha sempre combattuto quest’aspetto con l’aggressività. Cercando nei vari articoli, ho trovato una lettera del nipote, unico erede, dove descriveva il carattere, gli hobbies, i pregi e difetti di questa donna controversa. Per giorni ho effettuato tante ricerche per documentarmi non solo sulla scrittrice, ma anche altri aspetti presenti nel romanzo. Da lì poi sono andata a sensazioni, ho cercato di giocare di psicologia.
7. Nella trama sono presenti due aspetti significativi: la guerra e la maternità. Perché questa contrapposizione? Credo che nel mondo al giorno d’oggi ci sia troppo odio, troppe guerre, troppo sangue. Era giusto parlarne e raccontare cosa accade in quei luoghi e allo stesso tempo alla violenza che è intrinseca in tutti noi, contrapporre la maternità. Un momento, forse in assoluto, dove l’amore per l’essere umano e per la Vita prevale, cancellando le brutture del mondo. È anche indicativo della donna in quanto tale e della sua importanza, con o senza maternità, una donna è ugualmente realizzata, a differenza di quello che la società vuole ancora farci credere.
8. C’è chi ti ha provocata domandando se tu volessi paragonarti alla scrittrice. Quanto c’è di vero in quest’affermazione? tutto e niente e ammetto che questa critica mi ha fatto sorridere non poco. Il mio obiettivo era di scrivere un libro, spinta dallo stesso impulso e passione che aveva Oriana e, allo stesso tempo, fare conoscere ai più questa donna, renderla più umana, avvicinabile e raccontarla con il massimo rispetto. E in fondo raccontare anche me, perché c’è tanto di me in questo libro. Se ho desiderato paragonarmi a lei? La risposta è no. Impossibile solo pensarlo. Ma se mi si chiedesse se desiderassi avere la sua stessa capacità di scrittura, allora si. È il mio più grande desiderio.
9. Hai faticato a trovare una casa editrice che ti pubblicasse? Com’è il mondo degli scrittori emergenti? Tramite il social network Facebook ho scoperto la casa editrice Montecovello. Dopo avermi valutata, hanno deciso di pubblicarmi. Quindi non ho faticato molto, ma informandomi e parlando con altri scrittori emergenti, mi sono resa conto delle grandi difficoltà di chi non è supportato da grosse case editrici. Queste non rischiano. Non cercano potenziale nei nuovi scrittori, ma si dirigono verso chi è già famoso o si è fatto un numero elevato di seguaci sui social. Essere supportati da grosse case editrici è fondamentale per una maggiore e più valida pubblicità. In caso contrario lo scrittore dovrà faticare il doppio e fare quasi tutto da solo per farsi largo in questo mondo affascinante, ma tutto in salita. E molti, anche validi scrittori, sono destinati a morire nel dimenticatoio. Dovrebbero esserci quindi più aiuti, ma l’Italia è ancora indietro in queste cose.
10. Hai altri progetti?Ho iniziato qualcosa, ma ho una mente lunatica e creativa, potrei cancellare tutto e iniziare una storia totalmente nuova. Oriana paragonava i suoi libri a dei figli. Userò allora una metafora simile: non so ancora se questo romanzo rimarrà un figlio unico o avrà altri fratelli. Di mio vorrei riuscire a creare una famiglia numerosa...