Lutto nel mondo della letteratura: è morto Amos Oz.
Si è spento a causa di un tumore il più ardito degli scrittori israeliani. Aveva 79 anni. A darne la notizia su twitter la figlia Fania.
Lontano dalla tecnologia, amava scrivere i suoi libri di proprio pungo: carta e penna.
Polemico nei confronti dei media dichiarò che il giornalismo era «una seconda industria dell’entertainment, del divertimento. I media non fanno altro che fare del divertimento».
Anche contro il sistema socio-politico non le mandò a dire: «Si vota, con l’idea che sia una cosa leggera. Il voto, sotto certi punti di vista, è diventato una barzelletta. Ma, bisogna ricordare, e io non sono un leninista, quello che disse chiaramente Lenin: la politica è destinata a perdere se non le daremo la giusta importanza. La politica si è spettacolarizzata e questo ha portato a un disastro enorme che diventerà ancora più colossale se non riusciremo a rivalutare in modo pervicace tutti i veri elementi della democrazia». A tal proposito ipotizzò nel suo libro Una storia d’amore e di tenebra, di Giuda e di Cari Fanatici la necessità di far sostenere un esame alle persone prima di recarsi a votare.
Lo ricorda così Reuven Rivlin, Capo dello Stato israeliano: «Era un gigante della scrittura. Splendore fra i nostri autori. Un gigante dello spirito».