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Francesco “Kento” Carlo – Te lo dico in rap - Il castoro

02/07/2020 01:01

Admin

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Francesco “Kento” Carlo – Te lo dico in rap - Il castoro

Francesco “Kento” Carlo – Te lo dico in rap - Il castoro - Le recensioni in LIBRIrtà - Letizia Cuzzola

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Francesco "Kento" Carlo

 

 

 

Te lo dico in RAP

 

 

 

Il castoro

 

 

Le recensioni in LIBRIrtà

 

A cura di Letizia Cuzzola

«Giocare con le parole e con il linguaggio non è mai un gioco stupido né un esercizio sbagliato» è la prima frase che ho sottolineato leggendo “Te lo dico in rap” di Francesco “Kento” Carlo (Il Castoro, 2020, con le illustrazioni di AlbHey Longo). Kento con le parole non ci gioca soltanto: ricrea un mondo per spiegarlo ai ragazzi e lo fa talmente bene che, già dalle prime pagine, in quel mondo mi ci son vista passeggiare anch’io. 

Conosco Kento da quando ha iniziato a muovere i primi passi nella musica in quella stessa città del sud sudissimo, periferia di se stessa, in cui entrambi cercavamo un modo per tirar fuori una bellezza che vedevamo ma che non riusciva a uscire dalle mura della città stessa; entrambi con le parole: lui armato di voce, io di penna. Lo ritrovo adesso con un libro destinato ai ragazzi ma capace di riportare indietro chi non ha mai perso l’amore per la lotta e la libertà. 

“Te lo dico in rap” avrei voluto leggerlo vent’anni fa, avrei voluto avere anch’io un insegnante come Kento: leggo e ripenso a quella massima di Einstein che dice: «Non hai veramente capito qualcosa finché non sei in grado di spiegarlo a tua nonna», ecco, Francesco sarebbe in grado di far capire e assimilare la cultura hip-hop anche a Matusalemme, non solo per la semplicità e naturalezza con cui passa da un argomento all’altro eviscerandolo perfettamente, ma per quell’entusiasmo con cui lo fa e che lascia percepire che quella luce negli occhi degli inizi è ancora lì. Come gli amori veri. Ammettiamolo, quando pensiamo al rap ci viene in mente solo la musica. E la street art? E l’abbigliamento? E la sua storia? I suoi riti? Kento non tralascia nulla e invita, dopo ogni capitolo a mettersi alla prova, a passare dalla teoria alla pratica di ogni spiegazione. Ora io, davvero, vorrei vedervi lì a contare le quartine, a cercare le rime, a districarvi con la metrica. Non fate quella faccia perché io ci ho provato, sì! Arrivata a fine capitolo ho provato a mettermi alla prova, tanto schifo non ho fatto e mi è servito più dell’esame di Linguistica generale all’università e del Laboratorio di scrittura creativa annesso. Mi è servito così tanto che, a un certo punto, mi era anche balenata l’idea di scrivere la recensione in quartine rimate. Meditate.

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Giunta a questo stadio di entusiasmo e compartecipazione ho capito qual era l’insegnamento del sotto testo: bisogna andare a fondo alle cose, non fermarsi alle apparenze ma cercare quel mondo che sta dietro e non bisogna farlo soli. L’hip-hop è la forma più diffusa di cultura urbana e, dagli albori negli Anni Settanta, continua ad accompagnare di generazione in generazione chi sente dentro di sé la fiammella dell’arte e della libertà, della lotta e della rivoluzione per un mondo in cui si discuta se l’indaco sta prima o dopo il violetto nell’arcobaleno e non del colore della pelle, dato per certo che un gatto nero o bianco sempre gatto è. Sì, forse mi ha dato da pensare anche a queste battaglie che dopo cinquant’anni sono ancora necessarie. 

“Te lo dico in rap” l’ho letto e terminato col sorriso, orgogliosa di Francesco che non si è arreso e che oggi, con questo libro, dimostra che: «(…) il vero campione dev’essere un campione di tutti, non solamente di se stesso. Per cambiare veramente le cose, chi rappa non deve parlare solo di sé e di quanto è bravo, ma raccontare i sogni, i drammi e la lotta di tutti i ragazzi di strada».

 

Titolo: Te lo dico in rap

Autore: Francesco “Kento” Carlo

Editore: Il Castoro

Pagg: 153

Prezzo: 15

Voto: Applausi