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È “Non muoio neanche se mi ammazzano” di Letizia Cuzzola (Morrone Editore) il Consiglibro di Stagione Inv

20/12/2023 23:00

Admin

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È “Non muoio neanche se mi ammazzano” di Letizia Cuzzola (Morrone Editore) il Consiglibro di Stagione Inverno '23/'24

ConsigLIBRO Inverno 2023/2024

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Letizia Cuzzola

 

Non muoio neanche se mi ammazzano

 

Morrone Editore

 

#ConsigLibro di Stagione Inverno 2023/2024


Redazione

    «Nella prigionia eravamo morti come il regime che ci aveva cresciuto ma eravamo risorti nelle nostre coscienze, avevamo scoperto di possedere quegli ideali di libertà che nessuno ci aveva mai insegnato ma che evidentemente conservavamo come valori innati». A 80 anni dall’Armistizio dell’8 settembre 1945 è forse giunto il momento che l’Italia inizi a fare i conti con quella parte della sua Storia che ha tenuto sotto il tappeto per troppo tempo. 

 

    La scrittrice reggina Letizia Cuzzola torna dopo due anni, questa volta confrontandosi con la grande Storia attraverso “Non muoio neanche se mi ammazzano” (con la prefazione di Claudio Cordova, Morrone Editore, 2023), romanzo storico che racconta le vicende di Vittorio Cuppari, nonno dell’autrice, sottufficiale della Regia Marina che al momento della resa dell’Italia nel 1943 si ritrova di stanza all’estero e che come altri 650mila soldati verrà catturato dai nazisti e portato nei campi di concentramento in Germania. Qui resterà per 21 mesi. La storia esce dai libri e diventa ricordo familiare già dopo le prime settimane quando, per non intaccare i rapporti fra nazismo e fascismo, i soldati verranno classificati come Internati Militari Italiani e non come prigionieri di guerra, perdendo di fatto ogni tutela internazionale e il loro posto nella Storia. La storia di un singolo diventa quella delle famiglie lasciate all’oscuro di che fine avessero fatto i loro cari per quasi due anni. 

 

    La questione ancora aperta è il riconoscimento di questi militari nel processo di liberazione dal regime fascista: al momento della cattura fu loro proposto di passare nelle fila dell’esercito tedesco o della Repubblica di Salò – unica possibilità di rientro in patria –, ma ci fu un rifiuto netto e di massa. Ed ecco che torniamo alla frase di quarta in apertura: pur essendo una generazione cresciuta pervasa dagli ideali fascisti, dalle regole che regimentavano ogni atto della vita quotidiana, questi ragazzi di allora rifiutarono ogni tipo di compromesso per mantenere la fedeltà giurata all’Esercito Regio, pur traditi da Badoglio e dal Re fuggiti nelle ore immediatamente successive alla firma dell’Armistizio.

 

    A chiosa del testo una corpulenta appendice con documenti dell’epoca originali, recuperati grazie a un lavoro di ricerca certosina dell’autrice negli Archivi di Stato europei e Americani, dà un’idea di quanto ancora ci sia da tirare fuori dagli scaffali per riscrivere quella che è la nostra storia.


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