Riccardo Cucchi - Radiogol - il Saggiatore
Le recensioni in LIBRIrtà
A cura di Salvatore Massimo Fazio.
Ad oggi non c’è un libro di area sportiva che ilSaggiatore sbagli. È la volta di Radiogol, del leggendario Riccardo Cucchi, allievo indiscusso di Enrico Ameri e Sandro Ciotti nonché voce della radio di quel 9 luglio 2006, che conclamò per la quarta volta l’Italia Campione del mondo, nella storica finale di Berlino che vide la nazionale italiana guidata da Marcello Lippi e in campo, tolti Buffon, per noi meritava a seguire il pallone d’oro, e Cannavaro, che invece lo vinse, da Francesco Totti. Si proprio lui il capitano della Roma che qualche mese prima, era il febbraio 2006, a causa di una brusca caduta in uno (non) scontro col difensore dell’Empoli Vanigli, che a dir il vero non lo toccò, cadde malamente con immagini che ancor oggi fanno rabbrividire.
Proprio di quella finale, ci piace raccontare l’esperienza del maggiore radiocronista contemporaneo. L’alloggio, nell’ ex Berlino dell’Est, dove ancora vigono dei sistemi di controllo che con la democrazia hanno poco a che vedere. Riccardo Cucchi, racconta, così come in altri capitoli, i contorni dell’evento, di quella finale straordinaria, e immerge il lettore a diventarne clone. Ci si sente e si prova le emozioni e le sensazioni che l’autore ha vissuto e senza mai stressare e dilungarsi in dettagli inutili, fa vivere questioni sociali ancora in vigore, rapporti dei tedeschi con gli italiani (memorabile l’incontro con un tifoso tedesco che lo riconosce come italiano e gli dichiara "adesso vincetela voi questa coppa" dopo che Grosso, leader indiscusso della semifinale proprio contro i padroni di casa, aveva realizzato tutte le manovre per abbatterli in quel 2-0 che ci proiettò in finale).
Vi sono momenti commoventissimi oltre la struttura dell’edonismo e della soddisfazione di un giovane Cucchi che inizia la sua carriera, già prima degli studi che lo avvieranno ad essere la persona cordiale e simpatica che conosciamo dalla radio ma anche dal teleschermo. Chi sapeva della veridicità di ciò che si celava dietro il film "Fuga per la vittoria"? Pochi! Adesso quei pochi si sono deduplicati certamente è non si può non dar adito e merito al tifoso laziale (Mannaggia! Noi Romanisti e Catanisti, nonostante le due tifoserie non si sopportino, lo avremmo voluto almeno giallorosso!), che con grande professionalità storica, intervista un giocatore che quella partita vera e non quella del film, la giocò, raccontando cosa fecero i bastardi nazisti. Perché ci esponiamo nell’appellarli cosi? Perché è giusto che sia così! Perché un uomo che è investito di potere sulla pelle di un altro uomo e lo umilia, abusa e poi dopo che perde la partita gli spara contro, è solo un vile bastardo!
Ma ancora, i fratelli Abbagnale con Peppiniello di Capua, re indiscussi di quel proletariato che si impone a fatica e volontà, tanta, fino a diventare padroni indiscussi nel "due con" del canottaggio.
Tanti capitoli, per nulla pesanti, con una leggibilità ottimale, e uno stile, che a momenti è la traduzione della bellissima radiocronaca per chi ancora oggi non rinuncia a seguire lo sport tutto in radio. Lo fa propositamente la voce nazionale che ascoltiamo, ci piace dire, alla domenica, in quel Calcio minuto per minuto di cui, ci racconta la storia coi personaggi, facendoceli vivere da vicino, fino a determinarne una emulazione: chi per una volta non ha imitato la voce di Sandro Ciotti? Credo che tutti i fan della radio lo abbiamo fatto. O chi non si è messo nei panni di Enrico Ameri? Non tutti, ma i più esigenti nel gioco pedagogico da bimbi sicuramente sono emersi a emulare il maestro di Livorno.
Ci sarebbe da raccontarlo tutto questo libro, perché è un piacere anche di onestà, sin dall’ouverture, ma non lo faremo, vi rimandiamo in libreria.
L’ouverture dicevamo. Racconta la partita importante dove la voce di Cucchi a sua insaputa aleggerà dentro lo stadio Olimpico per più di mezz’ora, durante Perugia - Juventus (1-0 n.d.r.), dove racconta che qualche parolina di troppo forse era uscita da qualcuno contro il Maestro indiscusso Carlo Mazzone, allenatore del Perugia che non avrebbe fatto nulla per vincerla e giocarla onestamente quella partita perché avrebbe consegnato lo scudetto alla Lazio. Lui romanista, quella partita l’ha vinta e la Lazio, che era enorme per qualità e quantità lo meritò tutto. E lo ribadiamo, ci tocca ammetterlo da romanisti e catanisti, la Lazio, che era enorme per qualità e quantità!
Un libro che val la pena leggere ed introiettare, perché c’è un frammento di storia che meriterebbe di essere insegnato dalle scuole medie inferiori, non facendo annoiare i più giovani.
Caro Riccardo, siamo riusciti ad imporci nel panorama dei blog di libri per la nostra irriverenza e alternatività, cosi ci hanno detto, e anche con te, ci perdonerai se ti diamo del tu, non può mancare la nostra proposta: ti aspettiamo a Catania e vogliamo presentarti noi.
Autore: Riccardo CucchiTitolo: Radiogol Editore: ilSaggiatorePagg.: 272Prezzo: € 18,00 (in ePub € 8,90)Voto: 8 e 1/2