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Ci sono i brutti e hanno il loro libro nero nelle parole di Paolo Gamerro

06/03/2021 00:01

Admin

Recensioni, home, evergreen,

Ci sono i brutti e hanno il loro libro nero nelle parole di Paolo Gamerro

Paolo Gamerro   Il libro nero dei brutti   Scatole parlanti   Gli evergreenLe recensioni in LIBRIrtà A cura di Giafranco Cefalì Immaginate di essere b

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Paolo Gamerro

 

 

 

Il libro nero dei brutti

 

 

 

Scatole parlanti

 

 

 

Gli evergreen
Le recensioni in LIBRIrtà


A cura di Giafranco Cefalì

 

 

Immaginate di essere brutti. No, non ci riuscite. Immaginate di pensare di essere brutti. Ancora, non ci riuscite. Immaginate di pensare di essere così brutti da non percepire e vedere altro. Solo la vostra presunta bruttezza. Solo lo schifo che vi fate. Solo una voglia, un desiderio malsano, la rabbia che vi sale. Immaginate di esservi autoisolati dal mondo, quello fisico. Di vivere, se di vita si possa mai parlare, in un mondo virtuale, in cui avete trovato altre persone che si immaginano, pensano e scrivono, vedendosi brutti. Persone che vomitano la propria condizione e il proprio orrore in un forum. Lo so, ancora non riuscite a immaginare niente.

 

 

Ora… pensate al rancore che provate per la società, soprattutto nei confronti delle persone normali, o di quelle belle, gli uomini. Pensate anche all’odio profondo che provate per le donne. Quelle donne da sogno o meno, vista la percezione distorta, che non riuscirete mai né a incontrare né a parlarci, anche solo per scambiare due parole. Pensate che i vostri pensieri sono costantemente rivolti verso lo schifo che vi fate, pensieri di autolesionismo, che spesso non rimangono solo nella mente e che si tramutano in gesto concreto.

Pensate che altre volte, ancora più ciechi, oltre all’autolesionismo, i vostri pensieri si dirigono verso l’esterno, verso l’altro, verso tutte quelle persone che voi schifate e che hanno avuto la fortuna di essere normali o addirittura belli.

Pensate ai pensieri di morte che vi assalgono, pensate di voler fare del male a tutte queste persone, pensate di volerli uccidere e torturare, nei modi più atroci. Pensate, mentre vi infliggete dolore, che vorreste infliggere dolore agli altri, pensate al suicidio, pensate anche che non avrete mai il coraggio di fare una scelta così drastica. Codardi.

No. Voi, noi, non riusciamo a immaginare tutto questo.

Ora, leggete il libro di Paolo Gamerro. Ci porta dentro una parte del mondo che alla maggior parte di noi risulta sconosciuta ed estranea. Incel. Lo fa con schiettezza e furore facendoci addentrare nel vuoto. Sì, perché di vuoto stiamo parlando, di esseri umani che spariscono a loro stessi e agli altri. Imprigionati dentro sé stessi e in un mondo incomunicante. Solitudine, una solitudine spietata. Senza appello, costruita come vertigine in una narrazione scevra da abbellimenti e costante nell’incedere veloce e ossessiva. Sia chiaro, non ha la pretesa di un trattato sociologico o antropologico, siamo di fronte a pura narrazione, così efficace da fare sentire anche a noi soprattutto il disagio. Disagio che come un peso in gola o una cavità nello stomaco questo romanzo ci fa percepire in tutta la sua crudeltà.

 

La scrittura di Paolo Gamerro è affilata, precisa, il rasoio fa molto male, a tratti si imbruttisce, diventa macigno volgare, strappa e lascia il segno, il tutto non per puro protagonismo, non c’è compiacimento nell’usare una terminologia sporca, è solo per restituirci una visione il più verosimile possibile.

Alle volte si fa monotona e ripetitiva, ossessiva, reiterando e riproponendo gli stessi termini, una scelta felice perché anche il linguaggio in questo caso contribuisce a rendere tutto sempre più claustrofobico.

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Non vi parlo di trama, questo è un libro che deve essere letto, ma di stratificazione della stessa, come a un pretesto per descrivere un’allucinazione, una storia un dolore il pianto, il vomito, le gesta degli esseri umani, la solitudine l’odio il prezzo da pagare, il sesso il controllo, l’oblio la ferocia, le differenze, una cappa opprimente una città invisibile un gruppo di esseri umani stracciati dalla vita.

Leggete questo libro, non per l’argomento in sé, non per la cultura Incel, ma perché Paolo Gamerro è bravo e sa scrivere. Ci propone sì un mondo altro, lontano da noi, ma vuole addentrarsi, essere contenuto per deflagrare con una verità che in realtà potremmo immaginare ma che lasciamo sempre sospesa e ci sconvolge sapere che le gesta narrate nel suo romanzo pur nella costruzione narrativa non si discostano tanto dalla realtà.

Un libro che lascia il segno, stordisce. E, con molta sincerità, uno di quelli per cui non si vorrebbe in maniera più assoluta imbattersi nel classico “questo non è un libro per tutti”, perché quando ci troviamo di fronte a queste opere l’imperativo sarebbe sempre quello di consigliarlo a più persone possibili, ovvero a tutti. Romanzo forte e pervasivo, disturbante, che sembra non lasciare scampo a un’idea consolatoria della vita, allo stesso tempo sono proprio queste caratteristiche che rendono quest’opera davvero meritoria di essere letta.


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L'autore

è nato nel 1983 a Tradate. Ha esordito nel 2011 con Milano Horror (Chinaski Edizioni) e nel 2017 è uscito Sbiadire per Augh! Edizioni. Il libro nero dei brutti è il suo terzo romanzo.

 

 

Il libro

Titolo: Il libro nero dei brutti

Edizioni: Scatole parlanti

Pagg.: 100

Prezzo: € 13,00