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“La foresta invisibile” (Castelvecchi, 2020) è il nuovo romanzo di Maria Elisabetta Giudici

12/11/2020 06:00

Admin

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“La foresta invisibile” (Castelvecchi, 2020) è il nuovo romanzo di Maria Elisabetta Giudici

“La foresta invisibile” (Castelvecchi, 2020) il nuovo romanzo di Maria Elisabetta Giudici - Le news - Le recensioni in LIBRIrtà - Acura di Federica Duello

«Sembrò che tutto fosse possibile e che perfino 

le strade e il vento ostile profumassero di desiderio».

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Maria Elisabetta Giudici

 

 

 

La foresta invisibile

 

 

 

Castelvecchi

 

 

Le news
Le recensioni in LIBRIrtà


Già intervistata per il blog lo scorso 4 marzo 2020, dato l'interesse che stava suscitando il suo romanzo Il re di carta, pubblicato per Emersioni, ci aveva svelato in anteprima che da due anni stava lavorando al seguito e che frattanto lo aveva presentato come inedito a vari concorsi e premi (aggiudicandosi il Premio Acqui Terme 2019 sezione "Romanzi Storici" e l' Etnabook Cultura sotto il vulcano 2020 come “Miglior Inedito”, quest'ultimo consegnato a settembre 2020, ma l'invio del dattiloscritto risulta a metà giugno, quando ancora non era stato pubblicato): è il secondo romanzo pubblicato per i tipi di Castelvecchi editore, di Maria Elisabetta Giudici dal titolo La foresta invisibile.


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A cura di Federica Duello

Vi siete mai chiesti che storia potrebbero raccontare gli oggetti da cui siamo quotidianamente circondati? Io sì, soprattutto quando mi ritrovo faccia a faccia con qualcosa che sembra richiamarmi quando giro tra le bancarelle del mercatino delle pulci o quando giro per i negozi di antiquariato, soprattutto quando mi accorgo che nasconde in sé una voce ormai silente di una storia rimasta inascoltata per troppo tempo che ancora attende un orecchio sensibile a cui raccontarla; per ciò non si sa mai quante vite possano essere inconsapevolmente collegate allo stesso oggetto fin quando non se ne saggiano le conseguenze, e lo ha scoperto Giovanni Caldarola, pugliese di nascita ed ennesimo frutto della migrazione italiana degli inizi del ‘900, che decide di spostarsi a Parigi nel periodo in cui l’Italia cominciava ad affacciarsi all’Europa e all’età moderna parallelamente a una rivoluzione industriale globale che non poteva se non spingere avanti il tempo verso la contemporaneità. Lui come tanti, decise di trasferirsi più vicino al cuore europeo perché affascinato dalla proclamata ricchezza promessa dall’imminente progresso: purtroppo, non a tutti va bene, oggi come allora. Ma lui si accontenta e conduce pacificamente la sua vita di operaio alla Gare d’Orsay quando entra nel negozio di Shimon per prendere un regalo a Clara, la sua bambina.​

Da quel momento niente sarà più lo stesso: inseguito da un’essenza Giovanni si troverà catapultato in un insieme di eventi personali, fortemente influenzati dall’importante periodo storico in cui si trova, in cui il filo rosso che collega lui e l’oggetto in questione estende l’altro suo capo fino a collegare i due a un quando, non a un dove.

Primordi del 1800: come pegno del proprio amore verso Immacolata, una ragazza verace e prosperosa, il pescatore siciliano Salvo Incandela trasforma un ramo di corallo, rosso e fulgido come quelli che si potevano trovare al largo della costa isolana del tempo, in una collana da donarle non appena avrà il coraggio di confessarle i suoi sentimenti. Dalla sua accorata dichiarazione ne nascerà una storia tanto passionale quanto di breve durata, come un fuoco di paglia che punta al cielo le sue fiamme e le spegne giusto qualche attimo dopo, lasciando al proprio intorno solamente la più nera tristezza. 

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Trascinata da una collera irrazionale e impotente alla decisione del suo amante, Immacolata cade nel baratro della pazzia e dall’incuria, nasconderà la collana e compirà un gesto le cui conseguenze la forzeranno a lasciare la sua amata Sicilia per trasferirsi a Napoli dove dividerà il proprio fato con un personaggio del tutto singolare nonché nobile, e non solo d’animo. Ciò che succederà in seguito, unito se non conseguente alle guerre tra le fazioni religiose e politiche dei tempi per i nuovi diritti di un popolo in continua rivalsa da una monarchia reticente ad accettare l’avanzamento, addobberanno la vita di Immacolata fino a riportarla nella sua terra amata. Come può un solo oggetto, a prima vista un innecessario ninnolo, essere così determinante per la storia globale tanto da coinvolgere la vita di estranei, e poi ancora di altri forestieri, a loro volta estranei ai primi?

Ce lo spiega Maria Elisabetta Giudici, (in foto premiata a Etnabook - Cultura sotto il vulcano ed. 2020) che con La foresta invisibile ci immerge in un panorama storico raccontato con precisione certosina e uno stile creativo che mostra un’empatia al di fuori del comune. Con il magico filo rosso che interconnette il passato a uno a sé ancora più remoto, dimostra come non tutto ciò che ci capita per le mani, ogni singolo giorno della nostra vita, è banale: bisogna scavare all’interno delle anime degli esseri umani e degli oggetti, per capirne davvero l’essenza. Questo Giovanni e Immacolata lo avevano capito, ecco perché lotteranno strenuamente contro tutti pur di conservare, per quanto possibile, quel pegno d’amore altamente significativo per entrambi.


Titolo: La foresta invisibile (puoi acquistare il libro a prezzo scontato cliccando sul titolo)

Autrice: Maria elisabetta Giudici

Editore: Castelvecchi

Pagg.: 216

Prezzo: € 20,50