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Il m.stro Arcangelo Mazzoleni e la giornalista Micaela Palmieri encomiati al Premio "Val di Comino"

23/10/2023 18:37

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Il m.stro Arcangelo Mazzoleni e la giornalista Micaela Palmieri encomiati al Premio "Val di Comino"

Le news - Premio "Val di Comino"

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Le news

 

    Resi noti i vincitori del XLVIII Premio Letterario “Val di Comino”. Fondato nel lontano 1976 dallo scrittore Gerardo Vacana, il Premio, considerato tra i più importanti riconoscimenti letterari italiani, taglia quest’anno il traguardo delle quarantotto edizioni. Insieme allo Strega è il più antico e longevo Premio Letterario del Lazio.

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     Ancora oggi è Gerardo Vacana, con il figlio Luigi e gli organizzatori storici del Centro Studi Letterari “Val di Comino”, a portare avanti uno degli eventi di maggior spessore cultuale in Italia. Una manifestazione che non ha mai saltato una sola edizione, che neppure il Covid-9 è riuscito a fermare, tenendosi in piena adesione ai protocolli Governativi anche gli scorsi anni. 

 

    Ecco i Vincitori che hanno ricevuto, domenica 22 ottobre, alle 18 al Teatro Comunale di Alvito, l’edizione XLVII del Premio: per la Poesia Ernesto Franco, con il volume Donna Cometa (Donzelli, Roma); per la Saggistica Letteraria Toni Iermano, Per l’insieme della sua opera e Arcangelo Mazzoleni, con “L’ala ferita ancora vola (Le Lettere, Firenze); per la Traduzione Carlos Vitale, Per l’insieme della sua opera; per la Saggistica Storica Umberto Caperna, con Uomo di Unità. Lettere di Papa Ormisda e dei suoi Corrispondenti (Nuova Stampa, Frosinone) e Corrado Santoro, Per l’insieme della sua opera; per la Storia Locale Maria Antonietta Cedrone, con La Comunità di San Michele Arcangelo Pietrafitta – Settefrati (Arte Stampa, Roccasecca); per il Giornalismo Micaela Palmieri, Tg1 Rai. 

     La giuria del “Val di Comino”, Presieduta da Giovanna Ioli, annovera Marcello Carlino e Gerardo Vacana. Sfogliando il glorioso albo d’oro dei premiati, compaiono tra gli altri gli scrittori Mario Luzi, Andrea Zanzotto, Edoardo Sanguineti, Tonino Guerra, Vivian Lamarque, Maria Luisa Spaziani, Giovanni Raboni, Luciano Erba, Jolanda Insana, Claudio Magris, Luigi Baldacci, Evgenij Solonovich, Jacqueline Risset, Alberto Bevilacqua, Edith Bruck; i giornalisti Chiocci, Martinelli, Molinari, Fontana, Trufelli;  ma anche gli attori Giancarlo Giannini, Giorgio Albertazzi, Enzo Decaro, Enrico Lo Verso, Vincent Spano, Giuliana De Sio, Lina Sastri, Angela Luce, Violante e Michele Placido, Silvio Muccino etc. I nomi di quest’anno – che non hanno bisogno di alcuna presentazione – arricchiscono ulteriormente un Albo d’Oro tra i più riconosciuti della Penisola. La manifestazione, come sempre, dopo un recital dalle pagine dei Vincitori, affidato a Dionisio Paglia, omaggerà gli ospiti e i presenti anche in musica. In cartellone un concerto d’onore, con l’interpretazione di Fabio Viglietta al violino e Natale Facchini al pianoforte. 

 

Di Seguito la motivazione per l'opera, che abbiamo già trattato, su Tommaso Landolfi pubblicata da Arcangelo Mazzoleni.

 

"Con L'ala ferita ancora vola Arcangelo Mazzoleni non solo ci offre un esame minuto della parabola letteraria di Landolfi, ma affronta l'interrogativo che sta alla base del diario in versi Viola di morte, carico di tutto il furore e la rabbia verso un dio maligno e vendicativo, o dei versi spogli di Il tradimento: perché una produzione poetica cosi intensa è stata trascurata dalla critica? In realtà, quei temi, quei motivi e quelle forme che hanno contraddistinto la narrativa di Landolfi ritornano ancor più esaltati nel suo linguaggio poetico, nel quale permangono sia le sottili invenzioni linguistiche che gli effetti di "unghia che stride contro un vetro, o d'una carezza contropelo", messi in evidenza da Calvino nei racconti più urticanti. Se Landolfi rimane una meteora isolata e unica nella letteratura del Novecento, difficilmente emulabile, in L'ala ferita ancora vola Mazzoleni riesce con maestria a farci cogliere quanto la trasfigurazione fantastica si coniughi con il dato personale, senza mai cadere in banali parallelismi fra vita e opera. Così, Landolfi ci parla interamente e solamente attraverso la sua opera."
                                                                                                                                                                                                                                               (Giovanna Ioli)