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Cateno Tempio introduce la sua nuova pubblicazione: da oggi in libreria 'Il filosofo è un cadavere' - Ortica

29/10/2020 00:01

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Cateno Tempio introduce la sua nuova pubblicazione: da oggi in libreria 'Il filosofo è un cadavere' - Ortica

Esce oggi di Cateno Tempio, Il filosofo è un cadavere, Ortica editrice L'autore lo presenta in esclusiva per il blog Letto, riletto, recensito! L’ogge

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Esce oggi di Cateno Tempio, Il filosofo è un cadavere, Ortica editrice
 

L'autore lo presenta in esclusiva per il blog Letto, riletto, recensito!


L’oggetto dell’opera è il rapporto tra il filosofo – più che il filosofare – e la morte, constatato che almeno dal Fedone questo tema ha attraversato l’intero corso della filosofia occidentale. Tanto più allora lo scrittore di filosofia si riconosce nella scrittura, intesa alla Carmelo Bene come morto orale. Se dunque di fare i conti con la scrittura si tratta, allora è necessaria una teoria dello stile, come si prefiggono pure le pagine di questo scritto.

Gli aforismi che compongono questo libro hanno forma organica ma non necessariamente rifuggono la feconda contraddizione. Le parti, persino i singoli aforismi potrebbero stare per sé stessi, senza nessuna connessione logica stabilita una volta per tutte con già che segue o precede. Il tutto può stare in piedi solo se ogni singola parte è in caduta libera, come un sasso gettato in un pozzo senza fondo. Se non c’è un punto di arrivo, non c’è rovina. Se la caduta è eterna, come di una sfera lanciata nello spazio, il cadere stesso è annullato.

Il tema è la morte, la cui prosopopea è il cadavere. Il filosofo non è che una maschera mortuaria. Trick or treat, si legge tra le righe di ogni libro di filosofia, mentre il pensatore cerca di trascinare con sé nel mondo dei morti gli sprovveduti che si trovano sul suo cammino.

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Il testo si compone di cinque parti.

   Nello specifico, la prima parte porta i segni più specifici di un trattatello di stilistica filosofica, ma anche vi è in atto un tentativo di restituire alla filosofia un linguaggio quanto più sincero o meno ipocrita possibile, recuperando alla fatica del concetto termini sessuali talora ritenuti osceni.

   La seconda parte affronta il rapporto dello scrittore con il testo e la questione della forma concettuale con cui si esprime la filosofia. E vi si tratteggia una teoria dello statuto pacifico del pensiero e della giustificazione irenica

dell’esistenza.

   La terza parte insiste sul senso che può rivestire lo scrivere un libro, o anche il leggerlo, per chiudere con ladescrizione della fede quasi magica nella scrittura.

   La quarta parte abbozza un’estetica fondata sulla teoria del cinema e sull’arte contemporanea, a partire dalla definizione di “contemporaneità” intesa sgalambrianamente.

   La quinta e ultima parte affronta finalmente in maniera più analitica il rapporto tra la riflessione e l’idea, ossia tra il movimento del pensiero e la fissità della morte, sulla scorta di chiare pulsioni sessuali.

Se ne conclude che il filosofo – ma è paradigma dell’umanità – è morto prima, dopo e durante la scrittura, ma ne conserva un atto di autocompiacimento erotico.

Fuori di questo, il nulla.