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DISAMINE IN FILOSOFIA - "IL POTERE CHE FRENA" E LA RESISTENZA MISTICA

01/05/2018 01:22

Admin

Recensioni,

DISAMINE IN FILOSOFIA - "IL POTERE CHE FRENA" E LA RESISTENZA MISTICA

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Disamine in filosofia  - "Il potere che frena" e la resistenza mistica - Le recensioni in LIBRIrtà

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Disamine in filosofia è la nuova rubrica che inaugura il filosofo Luca Farruggio.

Il primo articolo per il nostro blog, firmato dal filosofo siciliano Luca Farruggio, già collaboratore di Nuovi Orizzonti e Operaincerta, ci inorgoglisce molto e battezza lanuova rubrica. DISAMINE IN FILOSOFIA, sulla filosofia non solo recensita ma commentata dopo la lettura di una opera o di una esperienza speculatrice del pensiero. Farruggio lo avevamo recensito a inizio anno col suo straordinario Del pessimismo teologico, pubblicato per Il prato edizioni e ci aveva folgorato tanto da votarlo all’unaimità col massimo dei voti! Buona lettura sperando in una futura e ulteriore postilla del bravissimo pensatore iblo-etneo. Ne Il potere che frena (Adelphi 2013) il filosofo Massimo Cacciari interroga il mistero contenuto nella Seconda lettera ai Tessalonicesi. Un testo che contiene sia il mistero del male, sia il mistero di "ciò/colui che lo trattiene" (katechon). Cacciari, con il suo solito stile raffinato, discute "il problema" con autori fondamentali: ad esempio Schmitt, Dostoevskij, Agostino e Dante. Dalla lettera attribuita a San Paolo emerge l’enigmadel rapporto tra il cristiano e il male. Infatti il male, che opera nel mondo a causa del Principe delle tenebre (l’Anticristo), si dovrà affermare con grande potenza prima della manifestazione del glorioso e luminoso giorno del Signore (la seconda e definitiva venuta del Figlio di Dio). L’itinerario percorso dal filosofo veneziano è molto significativo e, più che fornire semplici risposte, è un continuo "procedere interrogando". Nel libro emergono le tante domande e le possibili configurazioni che la tradizione filosofica-politica ha dato di questo tremendo enigma. In più, in appendice, compare anche una preziosa sezione antologica - che analizza i passi e le visioni che nel tempo grandi filosofi e teologi hanno dato del katechon - a cura del giovane filosofo Vito Limone.Dopo aver letto il libro, proviamo a chiederci come uncristiano si può porre in relazione al male e a "ciò/colui che lo trattiene". Il male è nel disegno del progetto del Dio cristiano? Se la Gloria avverrà solo quando il male avrà trionfato, come vivere questo mistero cristianamente? In un certo senso il cristiano può essere egli stesso katechon, cioè quella forza-preghiera che trattiene la potenza dell’Anticristo. Così, imitando il Cristo, egli è testimonianza assoluta della follia di Dio, dello scandalo della Croce. Come Cristo affronta la Croce, testimonia l’Amore agapico e, tolto ogni velo, sarà eternamente salvo e faccia a faccia con il Padre.E se "ciò-colui che lo trattiene" fosse lo stesso Anticristo? Se il Principe delle Tenebre, caduto in contraddizione con se stesso, non facesse altro che rallentare la sua totale affermazione perché coinciderebbe con la sua sconfitta eterna? Se operasse tale inganno proprio attraverso i poteri (Chiesa, Stato, Denaro) e ai suoiuomini? In tal caso al cristiano non si aprirebbe anche il varco di una disperata richiesta della dissoluzione del male attraverso il ritorno imminente del Figlio? Certo, però questo lo immetterebbe pure nel "peccato di impazienza".E’ evidente che il katechon resta sempre un mistero, anche per l’uomo cristiano. Un grande teologo come Sergio Quinzio ne ha mostrato tutte le aporie.Perciò, o imitando il Cristo per trattenere il male e salvaguardare il creato, o sapendo che "ciò che lo trattiene" non è opera di Dio ma di Satana, al cristiano forse resta solo una sorta di "resistenza mistica"; cioè il suo resistere e persistere nel Bene, in paziente attesa e nella testimonianza della fede. Il mistero così viene riconsegnato al Padre e alla sua imperscrutabile opera di salvezza.Un giorno, forse, lo sapremo! Per dirla sempre con San Paolo: "ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto".