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Il caso editoriale mancato (?) "Tu, toi" di Alessandro Chidichimo

03/02/2022 00:01

Admin

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Il caso editoriale mancato (?) "Tu, toi" di Alessandro Chidichimo

A cura di Letizia Cuzzola

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Alessandro Chidichimo

 

Tu, toi

 

Edition Dasein

 

Le recensioni in LIBRIrtà


A cura di Letizia Cuzzola

 

Premessa. Appena aperto “Tu, toi” di Alessandro Chidichimo (Dasein, 2021) ho un attimo di smarrimento: la seconda e la terza di copertina contengono l’indice e i ringraziamenti. Non c’è colophon, non ci sono pagine o spazi bianchi su cui prendere appunti e il testo appare non giustificato. Le domande che iniziano a sbattere contro la calotta cranica sono due: è intenzionale? È una forma di sovversione delle regole dell’editoria e della grafica che riflette il testo? Espongo la questione all’autore e, a quanto pare, la casa editrice svizzera è nota per pubblicare libri d’artista. La domanda diventa, dunque, cosa intendiamo per arte. Per me quella libraria lo è ed è difficile definire arte semplicemente lasciare un libro non editato. Non me ne voglia Chidichimo ma per me, editor per professione, è un contraccolpo che se da un lato stimola la lettura per curiosità, dall’altro esercita una forza di respingimento.

 

“Tu, toi” appare come un lungo monologo narrato in seconda persona, il resoconto di un precariato generazionale: «E tutti si sono rassegnati, e l’hanno accettato, e nessuno, nessuno ne parla più», una fuga dettata dalla ricerca di un lavoro stabile che ci porta nell’ineffabile Svizzera dove trovare anche una posizione, una integrazione non sempre facile: «È questo essere nel sistema: lasciarsi andare/farsi prendere. Perché parlare di partecipare alla funzione pubblica essere parte della società, perché non parlare di lasciarsi andare, farsi assorbire? Perché sprecare tempo? Lasciatevi andare».

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Il narratore si rivolge direttamente al protagonista che ha un dialogo col lettore: ci racconta le sue giornate, i suoi mesi con le incertezze interiori e meteorologiche che segnano la distanza anche dalla vita precedente dello scrittore. 

 

La parte più originale del testo è certamente l’uso del linguaggio, in una commistione costante tra italiano e francese con apparizioni in inglese e dialetto calabrese. Innovativo ma rischioso e d’ostacolo per un lettore non avvezzo o non preparato. Esprime certamente lo stare in bilico anche del pensiero, la necessità di tirar fuori l’essenza pur tentando di entrare a far parte di un ingranaggio: «Toi, tu te retrouves à Paris, tu sais. Tu penses qu’il faut mettre au clair certaines choses. Credi, ti dicono e tu ci credi che non bisognerebbe denunciare facilmente i sentimenti. Non dire, non parlare, garder le secret – mais jusqu’à quand et pourquoi et pour qui enfin? Tu non vuoi niente. Vorresti solo mettere in chiaro certe cose che ti sembra debbano essere messe in chiaro. Bisogna parlare, dire, annunciare, esprimere, dire e ancora dire. Mostrare, non avere paura, far vedere, esporre ed esporsi, far sapere, comunicare, affrettarsi all’uscita prima che sia troppo tardi, prima che non faccia più senso e che il momento sia passato. Dillo se devi dirlo. Dillo se devi dirlo e così sia».

L’impressione è che se Chidichimo si fosse affidato a un’altra casa editrice o avesse avuto alle spalle un tecnico di settore, “Tu, toi” avrebbe potuto essere un caso editoriale e una diffusione più capillare (anche la reperibilità del testo è un ostacolo). Con rammarico molto rammarico sospendo il giudizio, certa che una seconda opera, con le dovute accortezze, riuscirà a esprimere al meglio il talento di Chidichimo, dandogli il successo che meriterebbe per le sue capacità.


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L'autore
Alessandro Chidichimo è italiano e vive in Svizzera da una decina d’anni. Lavora nella ricerca accademica, in particolare è specializzato nella storia della linguistica e lavora nella ricostruzione dei manoscritti dei linguisti della scuola di Ginevra, Ferdinand de Saussure in particolare. Tu, toi è il suo primo testo letterario.

 

ll libro

Titolo: Tu, toi

Editore: Dasein

Pagg: 176

Prezzo: € 10,00

Voto: Straniante