Giuseppina Torregrossa - Il basilico di Palazzo Galletti - Mondadori
La video (e) recensione
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RecensioneLa crisi del passaggio da ragazza a donna, coinvolge la commissaria Marò, che è il soprannome con la quale le persone a lei più intime l’appellano.
Il 15 agosto, il giorno che a Palermo, tutti vanno a mangiare i un frammento di verde, un omicidio scompensa, e forse salva, il suo momento critico anche nei sentimenti.
Pinuzzu, Sasà, Giulia Arcuri, Marina Sorbello, Maria la buttana,la coppia Attardi, la madre di Giulia, il basilico di Palazzo Galletti, ex sede di bordello cittadino, - Palermo, dove da sempre con Catania si dibatte sulla nascita di Sant’Agata e sull’ultima vocale di un piatto di gastronomia tipico: dicesi arancino o arancina? - sono i personaggi di questo giallo, che con humor, verità, dolore ed eros, trascina chi legge nella necessità edonistica di fare all’amore con il libro stesso, di morale, di preservarlo, di esserne conquistati e conquistarlo.
Giuseppina Torregrossa ci racconta tutto di una Palermo dove l’acqua manca sempre e dove conviene neppure farsi il bagno, perché c’è il divieto. Un omicidio (o femminicidio?) in quel 15 agosto, che scombussola i piani della commissaria Maria Teresa Pajno, ma li scombussola anche a chi mure e allora, nelle bellezza dello stile torregrossiano, emergono aspetti infantili di personaggi che sono duri e militareschi e certa maturità di donne che possono permettersi tutto e invece auspicano ad una umiltà non stentata, per dirla in breve, non da centro sociale, dove a tutti i costi vi deve essere spinello, vestirsi da barboni disperati e scopare liberamente per ricordare la rivoluzione sessuale: NO! Non lo fa questo Giuseppina, perché è un genio a portarci a riflettere con un semplice giallo, che tanto non lo è, e ci emoziona, rapisce e affatica, come quando si fa l’acchitata per la festa della patrona roseanero Santa Rosalia.
Sulla trama, si riscontra la difficoltà tipica delle prime pagine e il paragone lo abbiamo fatto con altri libri dell’autrice siculo-romana, ma è una difficoltà certamente notevole, perché non stanca e d’improvviso ci catapultiamo nel piacere, seppur doloroso, di due amanti del giuoco del sesso, che però giuocano in quella maniera, perché? Perché un motivo c’è: ed è il filo interrotto del romanzo, che ci lascerà a bocca aperta e meravigliati a chiusura libro, tanto che ti riproietta nuovamente a rileggerlo e se il tempo non lo hai, a rivivere quanto assimilato: obitori, professori che fanno autopsie, venditori di calia e semenza, buttane che si improvvisano portieri di palazzi. Donne belle, nude e bianche, non chiare, proprio bianche di carnagione.
E una vespa con la meravigliosa commissaria, che infrange le regole, perché deve correre, scappare, andare, perché il questore è un laido presuntuoso, che cerca colpevoli, e sempre si permette licenze non poco antipatiche, fino a quando Marò alza l voce, si impone e incontra il magistrato: altro clone dal vissuto triste, sin dal giorno del matrimonio.
Lettura, intensa, caparbia, dolce e rumorosa, grazie a quest’altro "tassello" Giuseppina Torregrossa sarà premiata alla prima edizione del premio "Comunichiamo Cultura 2018", a Sant’Agata Li Battiati. Premio istituito dalla GD CominicAzione di Giovanni Di Stefano, col partnership della Libreria Sofà delle Muse di Sant’Agata Li Battiati, il 28 settembre a.c.
Autrice: Giuseppina TorregrossaTitolo: Il basilico di Palazzo GallettiEditore: MondadoriPagg.: 249Prezzo: € 18,50Voto: 8