Nati per essere un inizio
L’angolo socio-psico-pedagogico di Giusi Lo Bianco
Platone ci ha insegnato che l’inizio è una divinità e finché è tra gli uomini salva ogni cosa.Siamo nati per essere un inizio, per cominciare qualcosa, per rinnovare, attraverso nuove scoperte e nuove emozioni, la nostra storia.
Tra il dire e il fare c’è di mezzo il cominciare che, inevitabilmente, diventa un divenire.Mi piace in questo contesto citare H. Arendt, una delle più grandi pensatrici e filosofe del ’900. Forse è un po’ azzardato piegare il suo pensiero in questo blog, ma eventualmente sarete voi lettrici e lettori a valutarlo. La filosofia, quando è grande, è qualcosa di semplice e quotidiano, ma non per questo diventa meno misteriosa. H. Arendt si è confrontata con la condizione umana e quindi la sua concezione della vita coinvolge ogni aspetto dell’esistenza.
Educare è vivere, se l’educazione è esperienza, impariamo sempre qualcosa vivendo. La filosofa si è relazionata proprio con la condizione del vivere umano tracciando determinate categorie pedagogiche delle quali oggi noi educatori non possiamo fare a meno.
La prima categoria con cui l’Arendt pensa l’esistenza è la fragilità, causata soprattutto dall’imprevedibilitá. Qualunque scelta mettiamo in atto non sappiamo mai quali effetti potrà produrre. L’unico modo per controllare il futuro è la promessa, cioè una memoria che si rivolge al futuro, un impegno che non va deluso. Uno dei paradossi dell’educazione è proprio che essa non contiene certezze, ma fa promesse.
L’educatore quindi, pur non potendo controllare ogni aspetto della sua azione educativa, è responsabile delle conseguenze, deve cioè "rispondere" di ogni sua scelta.Se ci fosse un metodo infallibile l’educazione non esisterebbe, ma ci sarebbero soltanto condizionamento e addestramento. La pedagogia, sempre intrecciata alla libertà, è una scommessa, un continuo inizio che promette cambiamento.
L’uomo è stato creato per essere un inizio grazie alla sua capacità di dare inizio.E che cos’è l’educazione se non questo iniziare, sempre, qualcosa di nuovo? Che cos’è l’apprendimento se non questo nascere e rinascere ogni volta?È che cos’è l’infanzia se non questo miracolo continuo che rinnova il mondo?