Serena Patrignanelli - La fine dell’estate - NNE
Le recensioni in LIBRIrtà
A cura di Domenica Blanda (alis Anna Cavestri)
L’estate comincia a giugno, quando nelle strade si cominciano a sentire le voci e le risate dei bambini, la scuola è finita in anticipo quest’anno, non c’era più inchiostro, niente bidelli, nemmeno la carta igienica. In un paese indefinito (tutti i paesi possono essere così) la gioia di cominciare a trovarsi nella strada con gli altri per giocare ed inventare sempre nuovi giochi è universale.Gli adulti sono in sordina, è il mondo raccontato dai ragazzini e dei ragazzini, protagonista del romanzo.
Augusto e Pietro, grandi amici, si sono conosciuti andando con gli altri nelle fogne per gioco. Poi i tombini sono stati all’improvviso sigillati e gli interessi sono cambiati. C’erano gli alberi, la campagna, stare fuori fino a tardi,la spensieratezza.Ogni tanto si sentiva dire che qualche uomo era dovuto partire, qualcuno erano andati a prenderlo, senza che questo fosse una preoccupazione per i ragazzi del paese. Nessuno li cercava, si arrangiavano tra di loro, con solidarietà.
C’erano ileader, quelli che spiccavano, per varie ragioni.Augusto e Pietro, uno con genitori molto anziani l’altro praticamente " senza famiglia", avevano un sogno ed un segreto, mettere in uso una macchina trovata abbandonata.Virginia, figlia di Mario proprietario dell’ osteria, che riesce a liberarsi dalla tirannia del padre, quando lo portano via ed è considerata la "strana".
Michele è il capobanda, i più piccoli obbediscono come soldatini. Con Virginia si attraggono e si respingono.La bella Semirade, il padre è partito, manda cartoline dalla Francia, la madre è una persona eccentrica e non particolarmente simpatica alla figlia. Lei è la ragazzina saggia, sembra più grande, è ammirata da tutti e soprattutto da Augusto.Ognuno con la propria storia, ogni famiglia col suo "segreto ".
A poco a poco il paese si spopola degli adulti, rimane qualche donna, nelle baracche le prostitute con cui inevitabilmente Augusto e Pietro avranno a che fare, per il loro sogno. Sembrano comunque spensierati i ragazzi, anche quando non hanno più cibo e scoprono daVirginia che esiste il mercato nero, dove andranno a barattare tutto quello che trovano nelle case abbandonate, per beni alimentari.Quello che succede intorno sembra non esistere, nessunadulto interviene mentre i ragazzi si radunano tutti insieme anche la notte fuori casa, è estate e si può dormire anche all’aperto o nella casa abbandonata.
Nel romanzo tutto sembra sospeso da una realtà che diventa sempre più incombente e piena di segnali di un futuro difficile.Le dinamiche tra i protagonisti sono il principale interesse della scrittrice. C’è il loro evolversi, la presa della consapevolezza, i loro sentimenti,il disincanto e la realtà che non lascia spazio che alla fine dell’estate . Settembre è arrivato, il cielo si fa scuro, in lontananza il boato delle bombe. I ragazzi rientrano nei tombini per proteggersi.
Molto bello questo romanzo, scritto con delicatezza ma pieno di particolari. È evocativo, la fine della scuola e la lunga estate è nella memoria di tutti e sebbene in tempo di pace, l’atmosfera e la gioia dei giochi spensierati all’aria aperta è un comune denominatore di tutti.Molto bene sono descritte le caratteristiche di ogni personaggio, facilmente riconoscibili in molti ragazzini che abbiamo conosciuto nella vita ( almeno nella mia), perché ognuno ha sì la sua storia ed è unico, ma a quell’età tanto c’è di comune.
Gli adulti, in secondo piano, o assenti, ma anche così lasciano traccia rendendo i ragazzi quello che sono. Una bella lettura, un libro scritto bene su ombre e luci di un mondo di ragazzini.
Titolo: La fine dell’estateAutore: Serena PatrignanelliEditore: NNEPagg.: 352Prezzo: € 18,00Voto: 8