Mario Tagliani - Il maestro dentro - Add editore
Gli evergreenA cura di Giusi Lo Bianco.
"Dedico quest’articolo alla dott.ssa Milena Mormina, dirigente della Casa Circondariale Piazza Lanza di Catania. Da quell’esperienza ho imparato che chi nasce tondo può morir quadrato!" (Giusi Lo Bianco)
La causa di tutti i mali è l’ignoranza; le persone ignoranti sono predisposte a commettere reati di vario tipo, a volte gravi o gravissimi, lo fanno senza rendersene conto, convinti che certe cose si possono fare e basta. Una vita senza alternative sane, belle e buone alla devianza, può avere conseguenze disastrose, tra cui un’esperienza detentiva in un carcere.
Il carcere, per un minore, è l’anticamera della morte, é come camminare in mezzo ad un campo minato e sperare di calpestare la mina per farla finita; alcuni trovano la forza e soprattutto il coraggio di agire per proprio conto chiudendo definitivamente la partita nella totale indifferenza di tutti.
La legge comunque non ammette ignoranza, chi sbaglia deve pagare ed è giusto così, anche se a pagare, spesso, sono solo i "diseredati". La legge dice anche che i carcerati devono essere rieducati e preparati per affrontare la nuova vita, una volta espiata la pena. Lo Stato assicura ai carcerati corsi di formazione professionale, attività socio- culturali di vario tipo, consente anche attività lavorativa retribuita; tutte opere intese alla rieducazione del condannato. Queste attività vengono svolte da insegnanti, educatori, volontari ecc...
Una particolare attenzione va rivolta agli insegnanti poiché non svolgono solamente opera istruttiva, didattica ed educativa, ma sono anche bravi psicologi e pedagogisti che riescono a creare delle relazioni educative efficaci e idonee al cambiamento.
Interessantissimo, commovente e molto coinvolgente emotivamente, a tal proposito, è il libro di Mario Tagliani, Il maestro dentro, add Editore.
Mario Tagliani va seguito e non va perso di vista. Ci ha aperto i cancelli del Ferrante Aporti, l’Istituto penale per minori di Torino. Gli stiamo dietro nei corridoi, nelle celle, nelle aule in cui insegna italiano e matematica e nel cortile dove lo sguardo si allunga al cielo e il pallone è metafora di vita.
L’autore ci insegna che un insegnante in carcere è molto più di un insegnante...deve affinare l’arte dell’ascolto, deve essere in grado di raggiungere tutti i ragazzi, ma proprio tutti, anche quello più spavaldo, arrogante, provocatore, che sfida, che disturba, che per un momento lo fa pentire amaramente di aver scelto questa strada...questo lavoro tra gli ultimi, tra i disperati, che gli insegna però a sospendere ogni forma di giudizio. Non spetta a lui giudicare, è lì solo per dare un’alternativa, per testimoniare che un’altra strada c’è...
In carcere si impara anche a seminare senza la benché minima pretesa di raccogliere e qualora una raccolta ci sarà non spetterà certo al seminatore. In carcere si impara ad attendere....a raggiungere un obiettivo educativo senza ricorrere agli agenti di Polizia, ma con l’autorevolezza, la fermezza e l’empatia.
Un insegnante in carcere deve sostituire la routine con altri percorsi che sappiano catturare l’attenzione, che facciano sentire i ragazzi in grado di apprendere, crescere e mutare; deve scovare le risorse nascoste inevitabilmente presenti in ogni ragazzo, deve saperle attivare e deve fargli capire che sono il suo bene più prezioso, un capitale che nessuno mai potrà sottrargli.
Un Insegnante in carcere deve accogliere rabbia, disagio e dolore e deve credere comunque nella bellezza: nella bellezza, nonostante tutto.
Titolo: Il maestro dentroAutore: Mario TaglianiEditore: Add editorePagg.: 189Prezzo: € 14,00Voto: 10