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Maristella Bonomo - Navel - Gilgamesh

26/04/2019 02:01

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Maristella Bonomo - Navel - Gilgamesh

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Maristella Bonomo - Navel - Gilgamesh

L’EventoLe recensioni in LIBRIrtà
A cura di C. Elena Pilato



Recensione.Navel di Maristella Bonomo pubblicato per i tipi di Gilgamesh edizioni, più che un romanzo, viene presentato come un diario-sfogo scritto in prima persona dalla protagonista che racconta le sue vicissitudini e ansie nel vivere quotidianamente alla ricerca di un lavoro. È una donna che non si preoccupa di apparire poco "figa" e fuori dal tempo, incapace di comprendere l’uso smodato dei social che quasi tutti ormai usiamo. 
È la denuncia su tutto ciò che inquina, accrescendo il mal di vivere, facendo del sarcasmo la sua chiave di scrittura/lettura sull’andamento di un’Italia ormai in crisi che appare come l’ombra di se stessa. Il paese delle raccomandazioni, dove più che il merito, possono le conoscenze, "le tette rifatte" e il compiacere il potente di turno. 
È la caparbietà di una donna che si ribella alla madre e agli stereotipi, decidendo di tornare a Catania, in cui si vorrebbe la donna "sistemata" con un buon matrimonio e dei figli, perché sembra diventato l’unico modo per ottenere un mantenimento. La sua è una voce fuori dal coro di chi si ribella, desiderando ancorarsi ad una realtà che le sfugge e appare liquida, come le relazioni, i sogni, le speranze di tutti, "perché anche la fortuna è una raccomandata". 
La ricerca quasi ossessiva di un lavoro ci aliena, ci abitua ad un andamento che di per sé è tutto da sistemare, ma che rappresenta Dora, la protagonista, quasi come una figura sbagliata. "Perché tanto oggi va così" sembra essere il pensiero comune e rassegnato, ma è davvero giusto? Dora s’interroga, si arrabbia, si ammala. Un mal di testa feroce la tortura in modo incessante; un tarlo che la spinge a ricercare continue soluzioni, tra una sessione di yoga e una lezione di danza, si affida all’agopuntura per cercare sollievo e ricercare quel demone che non è altri se non la verità che è necessario trovare. 
Quella verità che tutti cerchiamo, ma teniamo nascosta, chiusi nei nostri Io, interessati solo all’immagine e all’apparire. È la società che posta continue foto su Facebook e del narcisismo dilagante. Dora, se da un lato appare ribelle e arrabbiata, dall’altro si rivela vulnerabile, fragile: "cosa dico se mi chiede cosa faccio?" Quasi si arrende quando si trova l’ennesimo curriculum ignorato, o il concorso pubblico creato ad arte per favoriti, il cui posto è già stato assegnato. 
Le tre Grazie: Incompetenza, Corruzione, Successo rappresentano "un sistema che non consente, già per il sospetto che insinua, e la rabbia che genera, nemmeno di presentarti al meglio delle tue capacità, non ci credi più". La scrittrice è disincantata proprio come la protagonista; prende coscienza che tutto questo cercare un lavoro, porta ad un deterioramento morale e i suoi pensieri trovano rifugio nelle fantasie che riflettono le sue paure e i suoi desideri. Emblematico il sogno in cui Dora si ritrova in macchina e guida sotto la pioggia, osservando tanti palazzi e un edificio scolastico. La ricerca del luogo di lavoro. 
Poi la voce del navigatore che ripete di fare un’inversione e Dora non sa cosa invertire, "né dove ricominciare a girare da un destino che mi costringe a vagare per cercare qualcosa da fare con quello che so, o penso di sapere". Scrive poesie, racconti, viene contattata per aver vinto un concorso, ma che la spinge a comprare un tot di copie stampate. È la denuncia contro editori che non rischiano più, ignorando i veri talenti e premiando chi ha del denaro. 
"Io voglio lavorare per dare qualcosa di me al mondo..." è il pensiero di Dora, il pensiero di tutti noi che leggiamo e ci ritroviamo nella medesima situazione. È un romanzo esistenzialista dove la scrittrice vomita la sua frustrazione; un diario liberatorio. "In Italia disoccupata tutti, me compresa, pensiamo di meritarci un lavoro, e almeno scriviamo, per non sprofondare nel nulla". 
Dora si erge a voce degli invisibili, dei poveri, degli immigrati, a chi, pur essendo con un titolo di studio, si vede costretto a lasciare l’Italia per trovare altrove un riconoscimento alle proprie capacità. "In quale andito si è perduto il merito?" s’interroga e così le giornate s-fumano, tra le tante mode anche quella del non fumo, a cui la protagonista si sottrae, fumando in modo compulsivo. Sarà la stessa scrittura, passione di Dora, a salvarla, a lasciarle intravedere la luce in una realtà oscura che uccide, e lasciare che le parole la incatenino e fuoriescano e muoiano, raccontando di personaggi che nel futuro potrà perfino incontrare, perché la fantasia, l’immaginazione hanno un grande potere, perfino quello di renderci felici. Lo stile della Bonomo appare duro, crudo, incisivo, sarcastico; bellissime le numerose metafore: "Cielo intossicato di periferia", "Cuore vetroso", "L’aria si colora di uno strano veleno". 
Usa un linguaggio moderno usando parole come PC, WORD, Wikipedia, Desktop, ma a volte risulta troppo concentrata nella sua condanna, da dimenticare di trovarsi di fronte un libro da rendere il più possibile comprensibile ai vari lettori, risultando dispersiva e confondendo con le numerose parentesi e la velocità delle scene, scaraventando il lettore da una situazione all’altra, come una pallina da ping pong. Ma forse è proprio questa l’intenzione della scrittrice; catapultare il lettore in una sorta di tritacarne impazzito, immedesimandolo nella frenesia interiore e suicida della protagonista.

Venerdì 26 aprile h. 18:00 presso la Libreria Pescebanana in Via Duca degli Abruzzi 32/A, Catania, si terrà la presentazione del libro che oggi vi abbiamo proposto in recensione.


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Titolo: NavelAutrice: Maristella BonomoEditore: GilgameshPagg.: 176Prezzo: € 15,00Voto: 7

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