Tommaso Ariemma - Filosofia degli anni ’80 - Il melangolo editore
Le recensioni in LIBRIrtà
A cura di Salvatore Massimo Fazio
Figlio del bestseller La filosofia spiega con le serie Tv (Mondadori, 2017), il pamphlet Filosofia degli anni ’80, che oggi presento e consiglio, pubblicato per Il Melangolo il 18 aprile scorso, conferma ancora una volta la semplicità che Tommaso Ariemma utilizza, per dare delle prime infarinature di filosofia, che spingono anche il meno interessato alla conoscenza dei fatti, degli accadimenti, del pensiero, e, azzarderei a dire, di come il pensiero può variare, per archetipi, per refusi, per convinzioni (e per quest’ultima categoria, molti aitanti filosofi dovrebbero prendere lezioni piuttosto che esaltare la propria maniacalità psicotica dedita alla distruzione degli allievi).
Un insegnante, colto dall’entusiasmo di un gruppo di studenti sugli exploit degli anni ’80, si ritrova a fronteggiare una domanda importantissima: «Lei è nato negli anni ’80, [...] gli altri docenti non ci hanno convinto, lei potrebbe, proprio perché è degli anni ’80». L’insegnante, nativo nel 1980, stupito dalla volontà conoscitiva dei "suoi" ragazzi, precisa sin da subito che lui è nato negli anni ’80, ma non li ha vissuti a pieno titolo, se non attraverso una eredità storica.
Partendo da un simbolo di quel decennio, il film Ritorno al futuro e proseguendo con importanti esempi, come il riferimento a Sloterdijk quando asserisce che "chi non è in preda al panico non è al passo coi tempi", riesce a delineare un profilo quasi perfetto di ciò che furono quegli anni, figli di simboli inanimati che creavano e immettevano una anima a supporto di quella che già si possedeva: l’orologio swacth, il baffetto rosso delle scarpe nike, et alii.
Gli studenti non conoscono molto di ciò che il prof racconta, ma l’eccezione non manca mai. C’è Andrea che, grazie alla lettura di un libro di uno scrittore torinese, ricorda un gioco, che probabilmente è l’inizio dei meravigliosi anni ’80: "Space iInvaders". Attenzione, Andrea conosce pure il significato di questo gioco, che ha dato Baricco nel suo The Game, ma non ha potuto vivere la postura che hanno vissuto i suoi "avi" e che hanno spinto l’autore a parlare si materializzazione, dove la spina dorsale si avvia verso la vertebra digitale, partorita dal trinomio uomo-tastiera-schermo. Andrea accoglie gli interrogativi del prof, fino alla proposta di tenere una lezione per i suoi compagni.
Andrea, non si presenterà a scuola, perché si vuole prepararsi al meglio e i compagni nel raccontarlo al docente lo appellano come nerd, altro termine di quegli anni, che oggi è in disuso a favore di hipster. Solo che quest’ultimi sono en curati in ogni aspetto e azione che praticano.
Andrea tornerà preparato, fino a spedire in quello scombussolamento che Sloterdijk, disse essere elemento essenziale per essere al passo coi tempi: il panico. Proprio quella sensazione che trova negli anni ’80 le sue basi: attentato alla stazione di Bologna, esplosione centrale nucleare a Cërnobyl, sequestri di persona e quanti altri fatti che hanno segnato al filosofia degli anni ’80.
Libro gradevole e perfetto. Libro consigliabile a tronfi e boriosi baroni ex-cathedra di 30 anni (oggi), che dovrebbero smetterla di ergersi a sapientoni della conoscenza, a favore di utilizzare semplici esempi per spiegare le trasformazioni socio-filosofiche.
Titolo: Filosofia degli anni ’80Autore: Tommaso AriemmaEditore: Il melangoloPagg.: 55Prezzo: € 5,00Voto: 8,5