

Paolo Roversi - Cartoline dalla fine del mondo - Marsilio - Le interviste - Le recensioni in LIBRIrtà
Intervista a cura di Salvatore Massimo Fazio Recensione a cura di Domenica Blanda (alias Anna Cavestri)
Paolo Roversi (nella foto di Michele Corleone), della provincia di Mantova. Giornalista, blogger, il suo personaggio più famoso è Enrico Radeschi, un hacker giornalista. Divertente, sarcastico, spiritoso: è il primo biografo italiano di Charles Bukowski, dal quale eredita forme stilistiche che poi amplia generandoneun modus personalissimo che fa impazzire i lettori. Una preparazione da far invidia a molti. Amico di Fernanda Pivano, col quale hanno generato "quel libro che poi divenne la biografia di Bukowski". Ha solo quarantadue anni e in Italia è considerato tra i primi tre autori migliori del giallo noir... e le motivazioni sono validissime. Per Letto, riletto, recensito!, lo ha intervistato il direttore Fazio, dopo essersi conosciuti in una situazione catastrofica di salute per quest’ultimo (che si è trovato innanzi a Paolo Roversi, Lorenzo Visconti o Enrico Radeschi?). Ha scritto dieci libri tra romanzi, biografie, aforismi e saggi. È vincitore del premio Selezione Bancarella e il prestigioso Garfagnana in giallo nel 2015. Ha fondato MilanoNera web press, sito dedicato al giallo-noir, tra i primi visitati ogni giorno da tantissimi appassionati.
Intervista.1. Lombardo della provincia mantovana, la tua carriera di scrittore inizia con un Coup de théatre, coadiuvato da Fernanda Pivano, che andasti a conoscere, realizzasti la prima biografia italiana e ufficiale di uno tra i narratori più alternativi della scena mondiale, C. Bukowski. Su lui hai scritto gli aforismi e il taccuino di sbronza. Poi l’exploit, il giallo-noir di Paolo Roversi decolla a Milano e attraversa tutto lo stivale, ma non solo... Paolo, quanto c’è di Bukowski nei tuoi romanzi?A dir il vero, nulla. Bukowski è stato studiato, ed è l’autore che mi ha dato la spinta a proseguire a scrivere. Lui sui 50 anni ha esordito. Prima dei 50, lo rifiutarono sempre. "Magari a me andrà meglio e ce la farò prima" mi dicevo. Ed effettivamente.
2. Il successo editoriale del tuo personalissimo quanto contorto giallo noir, e le traduzioni nel mondo di molti tuoi libri: cosa si prova?
3. Andiamo avanti... se di Bukowski c’è la stilistica di Paolo Roversi in Enrico Radeschi (il personaggio che hai inventato e che tanto famoso è diventato) cosa c’è e quanto c’è? E se non è lui, quanto nei suoi personaggi?

