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Le interviste - Scrivere un libro a sei mani - Salvo Fleres

05/04/2018 01:41

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Le interviste - Scrivere un libro a sei mani - Salvo Fleres

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Le interviste - SCRIVERE UN LIBRO A SEI MANI: SI PUÒ? SALVO FLERES HA INTERVISTATO PER NOI TRE STRAORDINARI AUTORI CHE LO HANNO FATTO!


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Salvo Fleres, per un giorno si presta ad indagare nella volontà di tre scrittori di pubblicare un libro a sei mani. Ecco l’intervista per il nostro blog Letto, riletto, recensito!
1) Da che cosa è nata l’idea di un libro a sei mani?Adriano Di Gregorio (AD): L’idea di scrivere un’opera a sei mani è nata nella maniera più semplice di tutte, cioè da una chiacchierata con il mio amico Piero, che avevo conosciuto in occasione di un’altra raccolta antologica. Piero mi ha proposto l’idea che mi è piaciuta subito e poi abbiamo coinvolto Mario Lo Giudice.Piero Juvara (PJ): Voglio solo aggiungere a quanto detto dal caro Adriano che c’era in me anche il desiderio di offrire al futuro lettore una produzione letteraria più ampia e più ricca di novità appunto, ma anche di sensazioni e di esperienze certamente diverse l’una dall’altra, con l’avvertenza che, in questo caso specifico, nel pozzo avrebbe trovato non una sola luna... ma ben tre lune!2) Appunto: tre scrittori con stili diversi e temi diversi, cosa avete in comune?A.D.: Nonostante tra di noi ci siano stili, sensibilità e temi differenti, una cosa che ci accomuna c’è ed è la Sicilia che fa da sfondo a tutte le nostre novelle e che diventa vera e propria protagonista...P.J.: Ma ci accomuna anche la nostra sincera amicizia ed il nostro desiderio forte di scrivere...3) Perché si scrive oggi?A. D.: Scrivere oggi è un’impresa difficile o meglio scrivere è facile, ma essere letti è molto difficile. Il mercato librario italiano è ristrettissimo ed è monopolizzato da libri che parlano di oroscopi o di ricette di cucina. In Sicilia la situazione è ancora più tragica, ma noi non demordiamo e continuiamo a scrivere in ogni caso.Mario Lo Giudice (M.L.): Ognuno è libero di sognare, c’è chi lo fa scrivendo.P.J.: E scrivendo continua a sognare... 4) Conosciamo gli autori più da vicino: Piero Juvara, da dove trae i temi dei suoi racconti?Dal quotidiano... dalla realtà, non sempre bella e pulita... mi guardo intorno e subito rimango colpito più o meno amaramente o felicemente da qualcosa... e allora ecco l’idea e il desiderio di mettere tutto sulla carta, ma sempre con l’amara constatazione che quello che ho scritto anche se apparentemente inventato, è superato sempre più tragicamente dalla stessa realtà... 5) Mario Lo Giudice, e lei? Il suo racconto ha un’idea molto originale, dove nasce?Da un orrendo fatto di cronaca, un delitto esattamente, avvenuto nel Cimitero di Piedimonte Etneo, a metà dell’800. 6) Adriano Di Gregorio, perché la scelta del giallo? La scelta del genere giallo è nata in parte dall’istinto in parte dalla ragione; dall’istinto perché quando mi sono ritrovato a scrivere mi è venuto del tutto spontaneo scrivere un libro giallo, senza sapere in realtà il perché. Dalla ragione perché deriva in buona parte dall’abitudine delle mie letture, prime fra tutte Leonardo Sciascia, nel quale l’indagine era più importante della scoperta stessa.7) Che consiglio dareste ai giovani scrittori?A.D.: Io sono un insegnante di lettere e dedico un’ora a settimana ad un corso di scrittura creativa; faccio di tutto per spingere i miei alunni a scrivere, perché la scrittura ha una grande forza terapeutica, che potrebbe farli sfogare o rilassare nel modo più sano possibile.M.L.: leggere il "Candido" di Voltaire, e riflettere bene sull’ultima frase: Il faud cultiver Notre Jardin (cioè bisogna coltivare il nostro giardino, ovvero nella fattispecie la Sicilia).P.J.: Tanto per citare un altro grande autore, lo scrittore umorista statunitense Mark Twain diceva: se volete scrivere un libro, leggete prima almeno cento libri e poi...8) Programmi per il futuro?A.D.:In questo momento mi sto occupando del mio prossimo romanzo, sempre con lo stesso personaggio, a me ormai molto caro: il Commissario Battaglia e il suo fidato ispettore Spanò.P.J.: Sto scrivendo anch’io un nuovo romanzo, con lo scrittore e storico adranita Alessandro Montalto, ambientato nella Catania di fine ’700. Un thriller storico dunque, basato su una vecchia leggenda e piuttosto ingarbugliato. Ma sto finendo di scrivere anche una nuova sceneggiatura per un altro mediometraggio, come quello che abbiamo appena finito di girare tra Mazara del Vallo e le Saline di Mozia e tratto da un racconto omonimo del libro e cioè "Il Professore e la Ballerina" con la sapiente regia di Michele Li Volsi e la splendida fotografia di Rosario Neri. Per la rivista Globus Magazine Radio Tv, che esce anche in cartaceo in 16.000 copie scrivo invece i miei reportage di viaggio: ho appena pubblicato un reportage su Panama, dopo quello sul Vietnam e sulla Jamaica e prossimamente sui miei due viaggi a Cuba, dove ho avuto la fortuna di incontrare e intervistare il Capitano Don Gregorio Fuentes, (ispiratore del famosissimo romanzo "Il Vecchio e il Mare" di Heminguay,) che all’epoca aveva quasi 101 anni (!) e che aiutò l’illustre scrittore anche a realizzare il film omonimo istruendo il protagonista il grande Spencer Tracy a comportarsi da vecchio marinaio come lui!E lei, Mario Lo Giudice?Sopravvivere. 9) Pensate di continuare a scrivere ancora insieme oppure ognuno per la sua strada?A.D.: Al momento non credo che ci sia qualcos’altro in programma a sei mani, ma in futuro non si sa mai.M.L.: Da neo illuminista, ma soprattutto da dubbioso, ho una sola certezza: l’incerto.


Per Letto, riletto, recensito! Salvo Fleres ha intervistato Piero Juvara, Mario Lo Giudice e Adriano Di Gregorio.