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Le interviste - Tiziana D'Oppido - Il narratore di verità - LiberAria editore

18/07/2018 02:04

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Le interviste - Tiziana D'Oppido - Il narratore di verità - LiberAria editore

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Le interviste - Da 9 mesi circa, c’èun libro che viaggia per l’Europa, senza sosta. Al seguito c’èTiziana D’Oppido,  colei che l’ha scritto, che col suo esordio, pubblicato per LiberAria editore, stamuovendo, non poco, le coscienze con "Il narratore di verità".Uno spunto intimo-socio-psicologico, scritto nella forma della semplicità:e il successo itinerante varca i confini nazionali!



(Di Salvatore Massimo Fazio)
Da dove prendespunto la professione del ’narratore di verità’? Quest’idea mi ronzavanella testa da tempo, dato che ho recentemente trovato degli appuntidi cinque anni fa in cui avevo scribacchiato un elenco di parole comeportavoce privato, messo personale, confidente professionale,rivelatore di verità, raccontaverità. Di certo i concetti di veritàe menzogna mi hanno sempre affascinato, soprattutto da quando siamoafflitti dalla piaga delle fake news, che sono esistite in tutte leepoche, ma senza poter disporre della potente arma - che inveceabbiamo oggi - della divulgazione mondiale e fulminea attraversoInternet e i social. Imperversano ormai bufale e teorie delcomplotto, in un groviglio inestricabile da cui sembra impossibilefar emergere la verità, e sono spesso portate avanti col chiarointento di disinformare, spettacolizzare o allarmare la popolazioneper i propri scopi (tecnica usatissima dai politici, per i quali lamenzogna è uno strumento di potere: si occulta la verità, sidistorce il significato degli eventi, si presentano come veri deifatti mai neppure accaduti). Decine di milioni di persone credono aqueste notizie e purtroppo le rilanciano. Ci cascano anche igiornalisti che le divulgano a loro volta, con l’aggravante dilegittimarle. A volte le notizie false possono anche farci sorridere,come nel caso della pioggia di polpi dal cielo o dell’introduzionedei numeri arabi nelle scuole italiane, ma altre volte possonoportare a gravi conseguenze sulla salute e sulle scelte politiche.Sarebbe bello poter ingaggiare un narratore di verità per risolveredubbi e diatribe, no? Pensavo a situazioni come queste quando mi èvenuta in mente questa professione.Infine una curiosità:sono arrivata al nome "Il narratore di verità", che poi èdiventato anche il titolo del romanzo, durante un brainstormingletterario di alcuni giorni con alcune colleghe statunitensi eaustraliane. E infatti il nome è nato in inglese: "Thetruthteller", ed è stato solo successivamente da me tradotto initaliano.
In quarta dicopertina testualmente c’è scritto: "Cos’è la verità? Laverità ha molte facce. È tutto e il contrario di tutto. E a voltepuò persino coincidere con una bugia". Sembrerebbe il preludio aduna nuova branca dell’Ermeneutica, c’è del metodo filosoficopropriamente detto in questo romanzo?Nello specifico quellafrase è pronunciata dal protagonista, quel Lucio che appunto dimestiere fa il narratore di verità, a valle di una serie diaccadimenti e riflessioni sulle verità e sulle menzogne incontratenel suo lavoro. Di certo l’argomento si presta a interpretazioni eapprocci multidisciplinari, quindi anche - decisamente -filosofici. Esiste la verità? Cos’è? Come si individua, sistabilisce, e chi può esserne portatore? L’uomo si pone questiquesiti dalla notte dei tempi. Si tratta di domande in apparenzasemplici ma con risposte complesse e, comunque la si veda, parziali enon risolutive. Il concetto stesso di verità è sfuggente, ambiguo eha cambiato valore col tempo. Finora mi è capitato di ragionarne intermini sociologici, ma dal punto di vista filosofico è difficilesostenere che la verità sia composta di dati e di fattiincontrovertibili. Ci sono solo interpretazioni, di fronte alle qualipossiamo cercare di tracciare dei punti, dei criteri su cuiconvenire, legati alla nostra epoca, a quello che gli altri siaspettano da noi e che noi ci aspettiamo sulla base della nostracultura. Non vorrei sembrare una fautrice del pensiero debole ma laverità è forse più un accordo fra soggetti che una constatazionedi dati indiscutibili, inclusi quelli scientificamente provati, chenon tutti possono comprendere. Peraltro molte delle verità che ciriguardano davvero non si dimostrano scientificamente. La verità èquindi un problema di carattere intersoggettivo, nel senso chevalgono più le convenzioni che i dati di fatto. Ciò rende fragili iconfini tra verità e menzogne e, tuttavia, abbiamo bisogno di tenerein piedi questo accordo e le relative interpretazioni, "le" - enon "la" - verità, altrimenti saremmo allo sbando.  
Geniale il libro,nella sua prima parte (definita così da noi), dopo sembra diventareun libro di riscoperta di emozioni filiali, inchiesta/indagine. Haisviluppato anche l’idea di un thriller psicologico per giungere ascrivere un’opera di così alto spessore?Qualcuno ha definito ilmio romanzo un thriller, altri un giallo, altri ancora un mystery.Credo che sia un po’ tutti questi generi, a seconda dell’angolaturada cui lo si guarda. Dipende dal fatto che fin dalle prime pagine cisi trova a fare i conti con una morte strana, sospetta, su cui dovràindagare il protagonista, trovandosi davanti personaggi ambigui,informazioni fuorvianti e scoperte che coinvolgeranno l’interacomunità. Non è stata un’operazione studiata a tavolino, la tramaè fluita naturalmente, pur restando all’interno di una cornice dame predefinita. L’idea iniziale era d’impostare il racconto su unsegreto da svelare, poi sono scaturiti dalla penna, in manieraspontanea, una ventina buona di equivoci, misteri, scandali, perchémenzogna porta a menzogna, inganno a inganno, in una spiraleinfinita. Ho volutamente ambientato il romanzo in piccole comunità,in due paesi, perché ciò mi permetteva di approfondire le dinamichesociali tra i vari personaggi. Abbiamo parlato poco fa di verità ebugie dal punto di vista filosofico, ma non dimentichiamo che lamenzogna è socialità, condivisione, molto più di quanto lo sia laverità, perché per funzionare ha bisogno del dialogo, diaccettazione e di scambio col prossimo, elementi da cui invece chiracconta la verità può anche prescindere. La domanda che mi pongonel romanzo, e che giro anche ai lettori, è: in un mondo che giraattorno alle menzogne, che valore ha la verità? Perché esiste unequilibrio tra le menzogne e le verità, e c’è un limite che, setravalicato, scardina il sistema, come appunto succede nel romanzo,portando a conseguenze imprevedibili.
Quando si ’lotta’con indizi finti e maschere, che velano ciò che all’occhio nudo ètutt’altro, paradossalmente si può risalire alla verità? O èproprio una tecnica che potrebbe permettere di risalire alla veritàin maniera semplicistica?Non è propriamente unatecnica. Il protagonista, per il mestiere che svolge, devecontinuamente interfacciarsi con le persone, portatrici odestinatarie di verità e menzogne, ed è quindi giocoforza immersoin un mare magnum di bugie, fraintendimenti e falsità. Ha imparato aconoscere l’essere umano. Sa che ci possono essere bugiardipatologici, credibilissimi, e virtuosi che rischiano di passare dallaparte del torto in quanto non in grado di riferire e salvaguardare laverità. Sta a lui dipanare la matassa, è il suo lavoro. Da autrice, mi sono messaal servizio del lettore, non del protagonista, inserendo nel romanzomolti indizi, fin dalla copertina, dall’esergo, dal dorso, e poiall’interno del testo, per stimolarlo a tentare delle soluzioni aimisteri che di volta in volta si ritrova davanti. Devo dire chealcuni lettori non solo hanno azzeccato ma sono andati oltre,trovando collegamenti fra personaggi, indizi e segreti che ho trovatooriginali e interessanti.
Questa tua prima èpresente nei media di genere e nelle rubriche varie: a cosaattribuisci questo successo?Sei molto gentile. Ilromanzo mi sta dando molte soddisfazioni. Se si conoscessero gliingredienti del romanzo di successo, avremmo dei libripreconfezionati a tavolino e pronti alla vendita. Fortunatamente nonè così. Non so da cosa dipenda il successo del mio romanzo, ma èpiaciuto fin da subito, se pensi che la notizia della prima ristampaè arrivata il giorno stesso del lancio. Dai feedback ricevuti, credoche i tecnici abbiano trovato particolarmente interessante lo stile,che ho curato molto (credo di aver riletto il romanzo prima dellastampa una buona cinquantina di volte, senza calcolare le infiniteriletture avvenute nel corso delle varie stesure). I lettori hannoamato l’originalità della trama, alcuni divertendosi nei passaggipiù ironici, altri condividendone le stilettate politiche, altriancora cogliendovi i riferimenti e gli omaggi artistici che hodisseminato nel testo. È un libro che ho voluto scrivere su piùlivelli, dal livello di "fiaba", a quello di denuncia ambientale,a quello di satira sociale, e così via. Molte sono anche le chiavidi lettura: letteraria, musicale, storica. A seconda della chiaveutilizzata, il romanzo diventa una storia diversa. Quindi èpossibile leggerlo sotto vari aspetti e forse quest’idea èpiaciuta ai lettori, che si sono sentiti coinvolti e sfidati ascoprire i segreti di contenuto e forma presenti nel testo. Ne èpartito un tam-tam sui social, nei gruppi di lettura, e sono arrivateinterviste, articoli, recensioni e richieste di presentazioni,conferenze e inviti come ospite in Festival e fiere. Ovviamente sonocontenta, ma ci tengo a sottolineare che è un lavoro duro, fatto dimomenti difficili e ostacoli infiniti. Se non ci credi fino in fondo,non vai da nessuna parte.  
Ti ritroveremo inSicilia?Sono stata varie volte inSicilia, per lavoro e in vacanza. L’ultima è stata due settimanefa, nella parte orientale dell’isola e nelle Egadi. La Sicilia èincantevole tutta, da qualunque punto cardinale la si vogliaguardare. Cibo, colori, profumi... tutto è senza eguali! Spero ditornarci presto per il tour del mio romanzo, che era in programma inprimavera ma che poi abbiamo deciso di spostare all’autunno, dopoun giro di promozione europea, quando avremo qualche giorno in piùdi tempo per organizzarlo. E quindi - spero - a presto, bella eaccogliente Sicilia! 
GrazieTiziana. Graziea te, Massimo.

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