

Premio Strega LXXIV
Ancora Sicilia tra le proposte per il 2020:
Viola Di Grado
con
"Fuoco al cielo"- La nave di Teseo
Se stamane dall’occidente siculo annunciavamo la candidatura de La vita schifa del palermitano Rosario Palazzolo, pubblicato per i tipi di Arkadia Editore, al calar della sera rispondiamo con Fuoco al cielo dell’etnea Viola Di Grado pubblicato lo scorso anno per La nave di Teseo. Il romanzo che narra di una catastrofe ben donde più enorme della più, mediaticamente, nota Chernobyl, con testimonianza di un nascituro deforme a causa di radiazioni, è stato proposto allo Strega 2020 da Maria Rosa Cutrufelli con la seguente motivazione: " per la sorprendente capacità dell’autrice di forzare la lingua, di raccontare l’amore al tempo dei veleni". La Sicilia che si impone a sciabolate di cultura.
Congratulazioni a Viola, già finalista con Settanta acrilico, trenta lana (E/O edizioni) nel 2011. Che sia la consacrazione.
Dal portale de La Nave di Teseo
Fuoco al cielo
Tamara e Vladimir vivono a Musljumovo, remoto villaggio al confine con la Siberia, tra caseggiati in rovina e fabbriche abbandonate. Vivono in un’area geografica per decenni assente dalle mappe: quella della "città segreta", luogo sinistro da cui era vietato uscire e comunicare con l’esterno, responsabile negli anni ’50 e ’60 di ben tre catastrofi nucleari.Vladimir, infermiere di buona famiglia, è arrivato da Mosca, scegliendo di prendersi cura di chi non ha niente, delle persone dimenticate dal mondo. Tamara, insegnante, è invece nata e cresciuta nel villaggio, e abituata a pensare che ogni cosa sia destinata a contaminarsi e guastarsi velocemente. Incontrandosi, i due vengono sorpresi da una passione totalizzante che si appropria di ogni pensiero, e accende un bagliore salvifico persino lì, nel luogo più radioattivo del pianeta, in mezzo ai resti di una natura satura di veleno. Questo sentimento così tenace, che sembra schermarli dalle insidie del reale, li rafforza e li divora al tempo stesso, finché un evento prodigioso arriverà a sconvolgere le loro vite e le loro certezze.Ispirato a un fatto di cronaca che ha disorientato il mondo, Fuoco al cielo racconta del male ubiquo che appartiene alla Storia ma che si rintana anche all’interno di ogni amore assoluto: perché la "città segreta" non è solo un luogo reale di distruzione e segregazione, ma anche il nodo più intimo e pericoloso di ogni relazione, dove i confini tra il sé e l’altro si confondono e può bastare una parola, un gesto, un grumo di silenzio per far crollare ogni cosa o metterla per sempre in salvo.
L’autrice

