Lo scaffolding a scuola e nella vita
L’angolo socio-psico-pedagogico di Giusi Lo BiancoCol termine "scaffolding" si fa riferimento alle impalcature di tipo edilizio, a quelle strutture provvisorie di legno e acciaio che vengono innalzate attorno agli edifici per consentire agli operai di svolgervi lavori di costruzione o ristrutturazione.
Il termine fu utilizzato per la prima volta dallo psicologo Jerome Bruner nel 1976, in un articolo in cui venivano descritti i metodi di interazione tra un tutor e un bambino, durante il processo di costruzione di una piramide in blocchi di legno. Bruner utilizzò il termine per indicare la metafora dell’intervento della persona esperta (tutor) che aiuta quella meno esperta (bambino) nella risoluzione di un problema che da solo non riuscirebbe a portare a termine.
L’azione di sostegno è associata ad un’attività costante di valutazione dei bisogni e dei livelli di competenza raggiunti di volta in volta dal bambino in quanto lo scaffolding deve essere sempre adeguato e riadattato ai progressi dell’allievo, fino alla manifestazione della prestazione in piena autonomia.
Lo scaffolding vale per i compiti scolastici, come la risoluzione di un problema aritmetico, quanto per i basilari compiti quotidiani. Vale durante l’acquisizione di un’abilità (camminare, andare in bicicletta o guidare l’auto) e nel portare a termine compiti "esistenziali", quali avere e perseguire un proprio progetto di vita. Lo scaffolding è indispensabile per tutti insomma.
Lo scaffolding andrà a scremare tra i dati della situazione, aiutando il bambino a tenere solo quelli utili al raggiungimento dell’obiettivo. Se il nostro compito è quello di aiutare a rendere il problema il più semplice possibile, prima di tutto dovremmo imparare a farlo noi stessi.
Scaffolding non vuol dire stare davanti lasciando che egli ci segua e scegliendo la strada per lui, ma stargli dietro e illuminare i suoi passi, casomai guardargli le spalle, permettendo che sia lui a decidere se seguire la strada più comoda o quella più tortuosa, quella più battuta o quella sconosciuta.