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SULLE FRANCESQUINATE DI STECCHETTI JUNIOR & CO.

18/06/2021 01:01

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SULLE FRANCESQUINATE DI STECCHETTI JUNIOR & CO.

SULLE FRANCESQUINATE DI STECCHETTI JUNIOR & CO. a cura di Paolo Pera - L'Angolo della poesia

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Argia Sbolenfi Novella  
Lorenzo Stecchetti Junior

 

 

 

 

Madrigali a Francesco
Francescheide

 

 

 

 

L'angolo della poesia


A cura di Paolo Pera

 

Oh, chissà quanti tra voi non hanno mai sentito parlare di Stecchetti Junior, chissà in quanti siete a non sapere del perfido (e al contempo geniale) Pasquino di Torino: queste righe vi esortino dunque alla sua scoperta! Egli, poi, è per me l’ispiratore di sei pasquinate all’attuale Romano Pontefice (di ventura pubblicazione), ve ne state forse chiedendo i motivi? Beh, Lorenzo Stecchetti Junior sorge solo per ridicolizzare il goffo Jorge Mario Bergoglio, non lo sapevate? Egli invero mica si chiama così, non è di certo il figlio dell’ormai polverizzato Olindo Guerrini, semmai potrebbe essere un certo Alberto Di Janni 1, che in tutta la sua carriera poetica si è diviso tra lirica e caustica ed esilarante satira. Egli mai si è sottratto infatti dall’evidenziare il ridicolo nei suoi colleghi, perché mai avrebbe dovuto darsi un limite con questo papa (imbarazzante figura storica)? Ma nulla è certo, neanche l’esistenza del Creato, si sa… A parte ciò, sapere o non sapere chi sia Stecchetti Junior non ci importa, abbiamo qui da guardare alle sue due opere finora esistenti (e troppo poco circolanti): la Francescheide 2 (coi tratti di una vera e propria Crociata in versi contro un presunto e incriminato “papa-eresiarca”3) e l’opera bis, i Madrigali a Francesco 4 di Árgia Sbolenfi Novella, con in appendice un contributo di Stecchetti Junior (ovvero Franceschiello e la sua corte, dove il Nostro prende di mira i “papali leccapiedi”). 

Se nel primo tometto il Pasquino de noialtri riscostruisce con distici ed epigrammi l’avvento di Francesco e la promulgazione dei suoi primi atti da occupante il soglio petrino, tra aperture neoliberali (ovvia conseguenza della secolarizzazione assentita nella Chiesa Romana dal Vaticano II in poi) e vere e proprie cadute di stile, nel secondo non lui ma la Sbolenfi Novella (di certo un’altra faccia del Pasquino) è l’autore: questa si presenta come una divorziata cotta persa di Bergoglio, cotta nata dalle reiterate aperture papali ai “peccatori” di vario genere. Essa ne è entusiasta, innamoratissima, ma non vedendosi ricambiata comincia a far vertere i suoi madrigali d’amore alla forma di un composto (benché acido) rimprovero, che quasi ricorda le rampogne della Dickinson a Dio. Eppure il fascino di Francesco non cala di un millimetro e la nostra Árgia dal Santo Padre torna a desiderare il miglior sesso, e anzi si propone pure di convertire i più deviati pontifici protetti e cortigiani con la sua famelica “magia” femminea. La grandezza dell’uomo che dietro a questi pseudonimi si cela sta anche nel ripercorrere le gesta di Guerrini stesso che a suo tempo ebbe a ironizzare contro Pio X 5, esperimento (e divertissement) dunque che ha valore storico e che non può non suscitare la giusta ammirazione.


Note

1. Come già ipotizza Mario Marchisio nel suo volume La difficile amicizia delle parole. Cronache di poesia (Achille e La Tartaruga Edizioni, 2019);

2. Youcanprint, Tricase 2017;

3. Stecchetti Junior ci suggerisce infatti come opera ispiratrice l’infamante Murtoleide di Giambattista Marino, risposta al rivale Gaspare Murtola che gli aveva “dedicato” una Marineide;

4. Youcanprint, Tricase 2019.

5. Si veda l’opera Ciacole de Bepi, nelle quali il santo papa è uso al peggior linguaggio.


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